Abbaticchio: "Pieno sostegno alla medicina territorio e alla medicina generale"

BARI - "Bisogna rimettere al centro dell'agenda politica il pieno sostegno alla medicina territorio e alla medicina generale con misure efficaci per rafforzarle e rilanciarle": così in una dichiarazione Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici Italiani, in vista del convegno di oggi promosso dalle Agorà Democratiche sul tema 'Dalle case della comunità alla telemedicina: sfide per una sanità territoriale al passo coi tempi'.

"Da tempo - prosegue - abbiamo denunciato i nodi da sciogliere per rimuovere i tanti ostacoli e investire sul serio sulla salute degli italiani. In questo senso il PNRR può essere un' occasione, ma non tutte le sue proposte ci convincono. Le cosiddette Casa della Comunità, infatti, che si qualificano quale punto di riferimento della medicina di prossimità e che entro il 2026 dovrebbe essere una per ogni 24.500 abitanti non ci convincono e contengono molti punti oscuri a partire dal fatto che non possono essere sostitutive degli studi dei medici di medicina generale. Ribadiamo, continua Abbaticchio, il pieno sostegno alla funzione pubblica della medicina territoriale".

"Sosteniamo, allo stesso tempo, la necessità di sviluppare e rafforzare i servizi dell’emergenza 118 e quelli di prevenzione ed educazione sociosanitaria per una nuova medicina scolastica, rilanciando le funzioni pubbliche territoriali dei consultori famigliari, dei distretti sanitari e dell’assistenza domiciliare dei malati cronici. Non ci convincono derive privatistiche nell’ambito dell’assistenza al cittadino ammalato".

"Per un adeguato ricambio della classe medica, a fronte delle migliaia di pensionamenti dei prossimi anni, chiediamo la riapertura delle iscrizioni alla facoltà di medicina, con la riforma del sistema della formazione per i medici e l’istituzione di una scuola di specializzazione di medicina generale. La medicina di prossimità, conclude Abbaticchio, deve riuscire a dialogare con le istituzioni più prossime ai cittadini, a partire dai Comuni, che devono essere coinvolti nell’assistenza socio-sanitaria rivolta alle fasce deboli della società".

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