Ciao Prof, continuerai a dare del “tu” a Platone


FRANCESCO GRECO
- Ha vissuto con leggerezza e passione, piaceva soprattutto la sua ironia. Nel suo salotto era bello parlare di filosofia, nell’eloquio faceva rivivere i tormenti di Platone e l’inquietudine di Kant.
 
L’ultima volta fu una domenica sera dell’inverno passato, con Alfredo De Giuseppe, seduti ben distanziati e con la mascherina, perché temeva il contagio.
 
Avevo recensito (luglio 2021) il suo libro “Biografie ante mortem” e tramite Alfredo mi aveva mandato a chiamare per ringraziarmi di persona dopo le mail e le telefonate scambiate. Non sospettavamo che era un addio.
 
A 83 anni (Brindisi, 1939) se n’è andato il prof. di Filosofia Carlo Cerfeda. E subito ci sentiamo tutti confusi e smarriti, più poveri nell’anima: la sua voce originale, la vita intesa come militanza e passione, estrema fiducia nell’uomo e nella sua capacità di cambiare il mondo facendolo meno ingiusto e segnato da profonde diseguaglianze.
 
E’ stato un docente amatissimo (infatti il libro si compone dei ricordi dei suoi studenti dei licei di Casarano e Tricase con cui è rimasto in contatto anche dopo la pensione). Un politico serio e appassionato: nelle file del Psi è stato lunghi anni nel consiglio comunale della sua città lavorando per la sua crescita umana e materiale. Carlo è stato un’istituzione e ci lascia molte lezioni, di ogni genere. E’ stato esigente con gli altri, ma soprattutto sè stesso.
 
Sorseggiando il caffè preparato dalla moglie, quella sera parlò della sua vita, gli studi, la carriera e, era inevitabile, il discorso scivolò anche del tempo quando la politica aveva la “p” maiuscola, nell’altro secolo. Il contatto con la gente era essenziale, ontologico, nelle sezioni, nei convivi, nel costante confronto con gli altri per chi si proponeva a rivestire cariche politiche.
 
Altri tempi, altri mondi: oggi la politica si è come nebulizzata, vive di risse e di demagogia. Il prof non nascose il rimpianto per l’impegno passato e raccontò degli aneddoti.
 
Dalla scuola all’agorà politico fino al giornalismo: aveva fondato e diretto il periodico “Nuove Opinioni”, che chiamò a scrivere il meglio dell’intellighentsia cittadina: una di quelle esperienze editoriali che non fanno sconti a nessuno e che incidono profondamente nel cuore della gente e nel territorio, tenendo vive le coscienze.
 
Mi aveva mandato una recensione del suo libro fatta da un collega che viveva lontano. Mi aveva parlato di un artista che sarebbe tornato a esporre a Tricase dopo molti anni e aveva preparato un articolo. Work in progress. Ogni tanti ci sentivamo per telefono e con Alfredo stavano preparando il ritorno nel suo salotto.

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