Piano Casa, Casili (M5S): “Proposta per la riduzione del consumo di suolo viaggi in parallelo con il nuovo piano casa”


BARI - “Il consumo di suolo rappresenta una delle emergenze ambientali che come classe politica siamo chiamati ad affrontare. Auspico che la proposta di legge incardinata in commissione Ambiente, per la riduzione del consumo di suolo, vada in parallelo con il nuovo piano casa che ha tra i suoi obiettivi anche il contrasto del consumo di suolo e venga esaminata al più presto in commissione per poi arrivare in Consiglio”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio Regionale Cristian Casili primo firmatario della proposta di legge del M5S: “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo”.

Fulcro della proposta di legge è la determinazione da parte della Regione della quantità massima di consumo di suolo ammessa nel territorio regionale, cui dovranno adeguarsi gli strumenti di pianificazione provinciale e comunale, in coerenza con l'obiettivo europeo di azzerare il consumo di suolo entro il 2050. In tale logica è previsto che gli strumenti di pianificazione comunale possano prevedere consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui lo strumento di pianificazione comunale abbia dimostrato l'insostenibilità tecnica ed economica di riqualificare e rigenerare aree già edificate, prioritariamente mediante l'utilizzo di edilizia esistente inutilizzata o il recupero di aree dismesse. In ogni caso, gli strumenti comunali di governo del territorio non possono disporre nuove previsioni comportanti ulteriore consumo di suolo sino a che non siano state del tutto attuate le previsioni di espansione e trasformazione vigenti. Ulteriore misura prevista è quella che favorisce l’uso temporaneo del patrimonio immobiliare esistente dismesso o inutilizzato finalizzato alla sua riqualificazione e recupero.

“Il consumo di suolo, il degrado del territorio e la perdita delle funzioni dei nostri ecosistemi - spiega Casili - continuano a un ritmo non sostenibile, basti pensare che nel 2020 quasi due metri quadrati ogni secondo di aree agricole e naturali sono stati sostituite da nuovi cantieri, edifici, infrastrutture o altre coperture artificiali. Il fenomeno, quindi, non è rallentato neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, con più di 50 chilometri quadrati persi, anche a causa dell’assenza di interventi normativi efficaci. Le conseguenze sono anche economiche, e i costi 'nascosti', dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo degli ultimi 8 anni, sono stimati in oltre 3 miliardi di euro l’anno. Sempre nel 2020, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km2, ovvero, in media, più di 15 ettari al giorno. Un incremento che fa perdere al nostro Paese quasi 2 metri quadrati di suolo ogni secondo, causando la perdita di aree naturali e agricole. In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente in Veneto, Lazio e Puglia nel 2020 è stato dello 0,31%, mentre la densità del consumo di suolo è stata nella nostra regione di 2,55 m2 /ha. Dati che testimoniano come sia urgente intervenire per contrastare questo fenomeno, in modo da tutelare e salvaguardare un fondamentale bene comune che rappresenta una risorsa non rinnovabile e non sostituibile. Il provvedimento da noi proposto va proprio in questa direzione, attraverso l’introduzione di disposizioni per permettere che gli strumenti di governo del territorio orientino gli interventi edilizi prioritariamente verso le aree già urbanizzate, degradate o dismesse, sottoutilizzate da riqualificare o rigenerare”.

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