Il convento francescano ‘Gesù e Maria' di Foggia


VITTORIO POLITO -
Il Convento Francescano “Gesù e Maria” di Foggia, ha pubblicato il volumetto di padre Mario Villani “Il convento francescano di Gesù e Maria e la pientissima communitas foggiana”.

I Conventi francescani della Capitanata hanno sempre avuto un ristretto rapporto col popolo umile delle campagne e delle città, preferendo il mondo agricolo e pastorale. Si narra che alcuni di essi avevano istituito infermerie dotate anche di farmacie.

La presenza dei francescani a Foggia risale al 1217, quando il Capitolo Generale istituì la ‘Provincia Apuliæ’ insieme ad altre Province Madri dell’Ordine, il Convento “Gesù e Maria” si rivelò una novità nella vita dei Frati Osservanti che, in precedenza, avevano preferito i siti di tipo eremitico, prima di entrare nelle città della Capitanata e del Molise, incontrando una variegata comunità per provenienza, dialetti, mestieri, devozioni ed altro, spesso contrastanti.

Padre Villani nel suo testo parla, oltre che delle persone, anche della vita dei libri di proprietà della Comunità, la cui disponibilità era concessa, anche in prestito ai frati che, per motivi di studio, erano costretti a spostamento in altri Conventi. Inoltre accompagna i lettori a conoscere le vicende che hanno visto i francescani protagonisti nella fondazione e nella prodigiosa crescita nei periodi successivi e la rinascita.

Paolo Malagrinò, che presenta il testo, ricorda che «Questi umili e prevalenti anonimi uomini con il saio francescano hanno saputo superare con fede e capacità le molte avversità, illuminati dall’accorata raccomandazione che San Francesco rivolse ai suoi frati a proposito del convento di Santa Maria degli Angeli della Porziuncola “Guardatevi, figli miei, dal non abbandonare mai questo luogo. Se ne foste scacciati da una parte, rientratevi dall’altra, perché questo luogo è veramente santo e abitazione di Dio”». Infatti oggi sono ancora lì a svolgere la loro funzione continuando ad essere presenti nella “Pientissima Communitas Foggiana”, nonostante Chiesa e Convento sono state adibite, in precedenza, a caserme, stalle, depositi.

Un libro-documento da non perdere.

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