33° Anniversario della Strage di Capaci: il Comune ricorda Falcone e la sua scorta con una cerimonia solenne


BARI - Alle ore 17.57, momento esatto dell’attentato del 23 maggio 1992, il Comune ha commemorato il 33° anniversario della strage di Capaci con la deposizione di una corona di fiori sulla facciata di Palazzo di Città, alla presenza del sindaco Vito Leccese e delle autorità locali.

La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio, accompagnato dalle note de “Il Silenzio”, in memoria del giudice Giovanni Falcone, della magistrata Francesca Morvillo, sua moglie, e degli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, caduti in uno degli attentati più drammatici della storia repubblicana italiana.

Il discorso del sindaco Vito Leccese

Nel suo toccante intervento, il sindaco Leccese ha sottolineato il valore della memoria e della resistenza civile come strumenti fondamentali per il contrasto alla criminalità organizzata:

“Ricordare il sacrificio delle donne e degli uomini del nostro Paese che hanno dedicato la propria vita al servizio dello Stato, difendendo quotidianamente i valori e i principi fissati nella nostra Costituzione, è un dovere morale e, insieme, un omaggio alla memoria e alla nostra comune storia.”

Il sindaco ha evidenziato come la strage di Capaci, seguita poche settimane dopo da quella di via D’Amelio, rappresenti una ferita profonda ma anche l’inizio di un risveglio collettivo:

“Con l’omicidio di Falcone, Morvillo e degli agenti della scorta si è tentato di sferrare un colpo mortale all’ordinamento democratico del nostro Paese. Ma ciò che è accaduto dopo è stato un movimento di risorgimento civile e morale che ha attraversato l’Italia, cambiando per sempre la percezione del fenomeno mafioso.”

La lotta alla mafia oggi

Leccese ha anche parlato della metamorfosi della mafia, che oggi si muove in “una zona grigia” più difficile da individuare ma altrettanto insidiosa. Da qui, l’appello a rafforzare l’impegno collettivo:

“Solo insieme – istituzioni, scuole, associazioni, parrocchie, comitati cittadini – possiamo sottrarre terreno alla criminalità organizzata. Oggi siamo chiamati a fare la differenza, rafforzando quella rete di resistenza culturale e sociale che passa per la consapevolezza e la cultura della legalità.”

L’eredità di Falcone

Il sindaco ha infine voluto ricordare il lascito morale di Giovanni Falcone, sottolineando l’importanza della formazione e della cultura come armi fondamentali nella lotta alle mafie:

“Nell’idea ostinata e tenace che le mafie si possono sconfiggere operando a tutti i livelli della società risiede l’eredità più grande che Falcone ci ha lasciato. Un’eredità che come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di onorare, quotidianamente, per il bene della collettività.”

Un impegno che continua

La cerimonia si è conclusa in un clima di profonda commozione e consapevolezza: il ricordo di Falcone e delle vittime della strage di Capaci continua a vivere attraverso l’impegno delle istituzioni e dei cittadini nella difesa della legalità e della giustizia.