Dramma a Molfetta, padre e figlio muoiono pulendo cisterna

MOLFETTA (BA) - Tragedia nel barese. Padre e figlio sono morti mentre pulivano una cisterna in una azienda di prodotti ittici a Molfetta. I due, Nicola Rizzi, di 50 anni e suo figlio Vincenzo, di 28, erano al lavoro con un altro figlio, Alessio, che si è salvato.

''Con mio padre e mio fratello dovevo pulire la cisterna interrata. Ho sollevato il coperchio del tombino che, credo di ricordare, mi è caduto nel pozzo. Ricordo solo di aver tentato di recuperarlo e di aver battuto la testa contro qualcosa''. Così Alessio, l'operaio di 21 anni sopravvissuto all'incidente di Molfetta, ha raccontato ai medici dell'ospedale di Bisceglie, dove è ricoverato, ciò che ricorda dell'incidente in cui sono morti padre e fratello.

Il dramma è avvenuto nella zona industriale a poca distanza dalla Truck center dove sei anni fa 5 persone morirono in circostanze analoghe.

Le vittime sono probabilmente morto dopo avere messo in salvo Alessio.

Il fatto è accaduto stamani nella cittadina barese, all'interno di una azienda che commercializza prodotti ittici.

LUTTO CITTADINO A MOLFETTA E BITONTO - Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e il sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio si uniscono al dolore della famiglia Rizzi.

"Sgomento, senso di ingiustizia, fragilita' sono i sentimenti che pervadono le comunita' cittadine. Queste morti sono difficili da accettare", scrivono in una nota congiunta i primi cittadini che in segno di rispetto e cordoglio hanno concordato la proclamazione del lutto cittadino nel giorno dei funerali.

IL CORDOGLIO DELLA CISL - Dichiarazione del Segretario generale, Giulio Colecchia. La storia infinita di morti sul lavoro ha colpito ancora la Puglia, con nuova e più aggressiva gravità. L’incidente accaduto oggi all’interno dell’azienda Di Dio di Molfetta, in cui hanno perso la vita padre e figlio durante la pulizia di una cisterna, ne è la prova. Né alcuna statistica che consideri il fenomeno in diminuzione può attenuare la rabbia. Le morti e gli infortuni gravi che si sono verificati in questi mesi sono l’evidente dimostrazione che ancora molto si deve fare per dare alla vita il giusto valore nell'ambito dei luoghi di lavoro.

Il dolore delle famiglie di queste vittime non chiede vendetta ma giustizia sociale attraverso un atteggiamento di maggior rispetto del lavoro e di chi lo compie. E’ paradossale la recrudescenza di questi episodi in un momento in cui la Puglia si è dotata di una propria legge sulla sicurezza nel lavoro (approvata a fine febbraio dopo la raccolta firme della Cisl) che integra la normativa nazionale vigente, con uno sforzo ulteriore di attenzione alla qualità del lavoro, espressa all'unanimità dal Consiglio Regionale.

Ciò ci deve indurre ad atteggiamenti maggiormente rigorosi di rispetto delle norme. Per di più ci deve far riflettere l’analogia dell’incidente di oggi con quello avvenuto sei anni fa alla Truck Center, a pochi passi l’uno dall’altro: entrambi sono un segnale che non possiamo ignorare. La formazione dei lavoratori sulla sicurezza è un anello prioritario che non deve essere sottovalutato né eluso.

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