Ilva: nuovo incidente mortale, Procura sequestra area

TARANTO - Ancora un dramma all'Ilva. Un operaio, Cosimo Martucci, di una ditta appaltatrice e' deceduto, travolto da un grosso tubo, nello stabilimento del capoluogo jonico. L'incidente si e' verificato poco fa nell'area di agglomerazione dell'azienda, dove la vittima insieme ad altri operai, era al lavoro e, per cause in corso d'accertamento, e' stato schiacciato dal tubo, restando ucciso sul colpo.

La procura di Taranto ha aperto un fascicolo sulla morte del 49enne di Massafra. L'incidente è avvenuto nei pressi del reparto Agl2 (Agglomerato) dello stabilimento siderurgico. L'area è stata sottoposta a sequestro in attesa degli accertamenti per stabilire la dinamica dell'accaduto.

Emiliano: decreto per assicurare sicurezza - "Ancora un altro operaio ha pagato con la vita il prezzo di lavorare all'interno dell'Ilva di Taranto. La sequenza delle morti bianche continua ineluttabile senza che sia oggi possibile, neanche da parte della magistratura, intervenire sulla sicurezza del lavoro. Occorre dunque impartire, anche attraverso decreto legge se fosse necessario, direttive al management dell'Ilva per assicurare sicurezza del lavoro per chiunque valichi i cancelli della fabbrica". Lo afferma il governatore della Puglia, Michele Emiliano, dopo la morte dell'operaio Cosimo Martucci che lavorava per una società d'appalto Ilva.

"Visto che la magistratura - prosegue Emiliano - non ha più potere di immediato sequestro preventivo degli impianti insicuri, occorre che sia la legge stessa a sostituire i poteri della magistratura che sono stati affievoliti, impartendo regole di comportamento a chi attualmente ha l'onere di gestire la fabbrica per conto del governo. Solo a queste condizioni le istituzioni potranno esprimere il loro cordoglio ai familiari e ai colleghi di Cosimo Martucci che, all'età di 49 anni, è morto schiacciato da un tubo di ghisa".

Cisl interregionale e Cisl Taranto Brindisi, cordoglio e vicinanza alla famiglia Martucci - Ancora una vita spezzata all'Ilva di Taranto. Ancora morti sul lavoro in un territorio già colpito da incidenti nonostante la Regione Puglia si sia dotata di una Legge in materia di sicurezza sul lavoro scritta e presentata dal sindacato al Consiglio regionale. La Cisl di Puglia Basilicata e la Cisl di Taranto Brindisi esprimono il loro profondo cordoglio e sentimenti di vicinanza alla famiglia di Cosimo Martucci colpita stamattina da una perdita assurda. Controlli e prevenzione devono essere sempre la base che regola lecondizioni di sicurezza dei lavoratori per e votare che questi drammi ci colpiscano impotenti.

Morgante: “Basta morti sul lavoro all'Ilva e ovunque” - Di seguito, una nota di Luigi Morgante, consigliere regionale del Movimento Schittulli-Area Popolare. “Sono sconvolto e sconcertato per la tragica morte di Cosimo Martucci, 49enne di Massafra, operaio della ditta appaltatrice Pitrelli schiacciato da un grosso tubo di ghisa nell’area di agglomerazione dell’Ilva di Taranto. L’ennesima morte sul lavoro – la seconda solo nel 2015 – in uno stabilimento, purtroppo, troppe volte negli ultimi anni scenario di terribili morti che evidentemente non hanno insegnato nulla né sul fronte della prevenzione né su quello della sicurezza, e che non si possono continuare a derubricare come semplici episodi o incidenti. Il dolore che attraversa questo giorno funesto, il cordoglio e la commossa vicinanza alla famiglia, ai parenti, agli amici, ai colleghi e ai conoscenti dell’ultima vittima innocente di una strage silenziosa e per questo ancor più inquietante, devono scuotere e coinvolgere ognuno di noi a ogni livello di responsabilità, per intervenire e garantire e vigilare su manutenzione e sicurezza, perché la vita, nessuna vita può essere barattata e sacrificata con il lavoro. Tutti siamo consapevoli dell’importanza dell’Ilva per Taranto, per il comparto siderurgico e l’economia del Paese: ma al tempo stesso non possiamo continuare a piangere e indignarci ogni volta per tragedie che possono e devono essere scongiurate ed evitate. Né aspettare dopo ogni tragedia l’intervento della magistratura, chiamata tardivamente ad agire in supplenza di politiche mirate alla concreta sicurezza e prevenzione”.

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