Conserva museo di reperti archeologici in casa: denunciato noto cardiochirurgo barese
BARI. Ventisei reperti archeologici di rilevante interesse storico-artistico, risalenti ad epoca greco-romana (secoli VI-IV-III avanti Cristo), sono stati sequestrati da militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari in casa di un noto medico e dirigente di una clinica universitaria del Policlinico, che li deteneva in modo illegale. L'uomo e' stato segnalato alla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese per ricettazione e violazione delle norme in materia di tutela del patrimonio archeologico.
I reperti, costituiti da varie tipologie di oggetti (anfore, vasi, coppette, crateri a campana a figure rosse, terracotte figurate, kylix e kantharos), molto belle e in ottimo stato di conservazione, erano custoditi nell'abitazione del professinista nel centro del capoluogo, dove erano conservati in bella mostra all'interno di una stanza. I funzionari della Soprintendenza di Bari, sollecitati dai finanzieri per l'esame dei reperti, hanno confermato che per una parte di essi l'interesse artistico, storico e archeologico e' notevole. Per gli altri sono in corso ulteriori approfondimenti al fine di quantificare il loro valore sul mercato nero.
I reperti sono stati notati dai finanzieri in occasione della esecuzione di un sequestro preventivo nei confronti del professionista 'per equivalente' di due appartamenti e di numerosi terreni di proprieta' a Napoli e Trani, emesso dal gip del Tribunale di Bari. Il medico, un dirigente della clinica di cardiochirurgia del Policlinico di Bari, e' indagato per truffa e peculato ai danni del Servizio Sanitario in una inchiesta, secondo la quale avrebbe percepito le maggiori indennita' derivanti dall'esclusivita' ospedaliera (intramoenia) mentre in realta', contemporaneamente, avrebbe svolto visite private appropriandosi di somme 'in nero' e omettendo di versare la quota dovuta alla struttura pubblica di appartenenza procurando un ammanco complessivo di oltre 220 mila euro.
I reperti, costituiti da varie tipologie di oggetti (anfore, vasi, coppette, crateri a campana a figure rosse, terracotte figurate, kylix e kantharos), molto belle e in ottimo stato di conservazione, erano custoditi nell'abitazione del professinista nel centro del capoluogo, dove erano conservati in bella mostra all'interno di una stanza. I funzionari della Soprintendenza di Bari, sollecitati dai finanzieri per l'esame dei reperti, hanno confermato che per una parte di essi l'interesse artistico, storico e archeologico e' notevole. Per gli altri sono in corso ulteriori approfondimenti al fine di quantificare il loro valore sul mercato nero.
I reperti sono stati notati dai finanzieri in occasione della esecuzione di un sequestro preventivo nei confronti del professionista 'per equivalente' di due appartamenti e di numerosi terreni di proprieta' a Napoli e Trani, emesso dal gip del Tribunale di Bari. Il medico, un dirigente della clinica di cardiochirurgia del Policlinico di Bari, e' indagato per truffa e peculato ai danni del Servizio Sanitario in una inchiesta, secondo la quale avrebbe percepito le maggiori indennita' derivanti dall'esclusivita' ospedaliera (intramoenia) mentre in realta', contemporaneamente, avrebbe svolto visite private appropriandosi di somme 'in nero' e omettendo di versare la quota dovuta alla struttura pubblica di appartenenza procurando un ammanco complessivo di oltre 220 mila euro.
