La moda dall' Unità d' Italia a oggi: una storia di emancipazione femminile
di Tatiana Acquaviva
BARI. Emancipazione femminile e moda. Un insolito connubio, che può dar vita a spunti molto interessanti, come quelli al centro del seminario intitolato “150 anni nei panni delle donne”, tenutosi ieri pomeriggio presso il Salone degli Affreschi dell’ Ateneo di Bari. Una manifestazione appassionante e innovativa, organizzata dal Comitato Pari Opportunità dell’ Università, in collaborazione con “Atelier 1900”, una boutique vintage del capoluogo pugliese, nonché sede del museo dedicato alla Storia della Moda e del Costume. L’obiettivo dell’ incontro, così come spiegato dalla promotrice dell’ iniziativa, la Professoressa Patrizia Calefato, è stato quello di mettere in relazione i 150 anni dell’ Unità d’Italia con i “panni”, intesi sia letteralmente come vestiti - forma di espressione, che metaforicamente come un segno tangibile della conquista dei diritti da parte delle donne. Tra i tanti animatori del dibattito, esperti di moda, meritano di essere citati Vito Antonio Lerario e Luciano Lapadula, responsabili dell’ Atelier 1900, che hanno realizzato un “percorso” attraverso i vari decenni del nostro secolo, grazie all’esposizione di meravigliosi abiti d’epoca. Inoltre, sono stati loro a curare nei minimi particolari trucco, acconciature e vestiario delle modelle, che hanno posato per il Gaetano Giordano. Il fotografo ha cercato in loro espressioni ed emozioni che riportassero indietro nel tempo, all’epoca storica che si voleva rappresentare. La discussione sul tema dell’evento è continuata con l’intervento della Professoressa Grazia di Staso, che ha ricordato lo stretto rapporto tra moda e letteratura, citando autorevoli personalità come Leopardi, Balzac e D’annunzio. La Professoressa Luisa Giorgio, docente di Diritto Commerciale, ha realizzato poi, un excursus dei fondamentali passaggi storici, che hanno portato alla promulgazione di leggi importanti per la tutela delle donne, come quella che punisce le molestie sessuali sul posto di lavoro, o quella che mette in atto le cosiddette “azioni positive”, per sfavorire la discriminazione di genere. Dopo questi interventi, che avevano lo scopo di far riflettere, è stato il momento di sognare un po’ ad occhi aperti, grazie agli abiti stupendi mostrati in foto dalla Professoressa Sofia Gnoli, docente dell’Università “La Sapienza” e giornalista de “La Repubblica”. Il suo obiettivo è stato quello di mettere in risalto le personalità di alcune donne italiane, sarte, giornaliste e stiliste vissute tra il 1900 e il 1960, che hanno contribuito a far emergere la moda italiana, interrompendo la consuetudine che vedeva la nostra sartoria sempre affiancata alle creazioni “made in Paris”.