Le pietre preziose tra curiosità e leggenda

di Vittorio Polito. Un giorno un cinese chiese a un saggio eremita di aiutarlo a trovare una grande quantità di gemme. «Purché tu voglia – rispose l’eremita – anche i sassi del mare diventeranno gemme». La risposta deluse il povero cinese, che non si aspettava una verità così semplice, infatti la gemma è tale solo se l’uomo la nobilita attraverso il desiderio di possederla e di metterla in mostra.
In realtà la funzione del gioiello è assai complessa, vi sono primitivi che riconoscono ad esso un carattere sacro; ma il compito più comune che sono chiamati ad assolvere consiste nel dare il tocco finale alla trasformazione della donna in idolo e le pietre preziose sono componenti essenziali a completare i gioielli.
Le pietre preziose, infatti, sono minerali rari e di notevole pregio estetico, a seconda della durezza, trasparenza, rifrattività, intensità e omogeneità di tinte delle pietre colorate. Utilizzate soprattutto in gioielleria, vengono tagliate e levigate a seconda della grandezza della pietra o della moda corrente. La più nota è il diamante seguita dal rubino, smeraldo, zaffiro, topazio, con tutta la loro gamma di colori. Le gemme erano utilizzate anche in magia e in medicina. Alcuni lapidari medievali (quei trattati che, analogamente agli erbari per le specie vegetali e ai bestiari per gli animali), ne descrivevano minuziosamente caratteristiche e proprietà magiche e medicamentose.
Ma come nascono le pietre preziose? A parte il diamante, composto da ossido di carbonio, che opportunamente tagliato acquista il caratteristico “fuoco” o “brio” è chiamato in gioielleria “brillante”. È solitamente colorato debolmente, come il giallo paglierino, ma vi sono anche varietà come il verde, il bruno e il grigio che sono rarissimi. I diamanti più famosi sono una dozzina. Ne ricorderò qualcuno: il Kho-I-Noor (montagna di luce) menzionato per la prima volta nel 1304, attualmente si trova tra i gioielli della Corona Britannica e pesa ben 108,93 carati; il Cullinan, il più grande diamante mai trovato (grezzo pesava 3106 carati), tagliato successivamente in 9 pietre maggiori e 96 pietre più piccole; la Stella d’Africa, che rappresenta la più grande pietra tagliata dal precedente Cullinan, anch’esso tra i gioielli della Corona Britannica. Pesa 530,20 carati ed è composto da 74 faccette.
Le altre pietre sono frutto di “errori” della natura, infatti, se fossero pure sarebbero perfettamente trasparenti, come il quarzo. Se nel suo interno varia il numero di atomi, allora si colora variamente e se si “intrufola” del ferro allora diventa ametista, se poi la pietra viene riscaldata, varia ancora e diventa topazio. Gli ‘incidenti’ di percorso della natura hanno concorso a regalarci, tra le altre, tre bellissime pietre rappresentate dallo zaffiro, dal rubino e dallo smeraldo. Lo zaffiro (un cristallo incolore chiamato corindone), piace molto per il suo blu intenso che è il frutto di un “magico” sbaglio dovuto alla presenza di ferro e titanio. Il rubino, che è sempre corindone, è diventato rosso in quanto al posto di alcuni atomi di alluminio vengono intrappolati atomi di cromo. Lo smeraldo, che allo stato puro è berillo (ossido di alluminio arricchito di silicio e berillo), se subisce la trasformazione di un atomo di cromo in uno di alluminio, allora assume un colore verde brillante e diventa appunto un prezioso smeraldo. Il topazio è una gemma piuttosto rara che attira con i suoi colori tenui ma lucenti. Pare che il suo nome derivi da topas, parola che nel sanscrito significa “fuoco” e che Papa Clemente VI lo usasse in occasione delle sue visite agli ammalati di peste e che ciò provocasse delle guarigioni. Nel medioevo, invece, aveva fama di scacciare malocchio e stregoneria. È stata famosa come pietra della saggezza e in Cina era appesa alla porta di casa per donare salute e felicità alla famiglia.
Oggi si parla anche di cristalloterapia, una pratica della medicina alternativa che prevede di raggiungere il benessere, la cura della salute e la guarigione da determinate patologie grazie all’applicazione di diversi tipi di minerali.
Il topazio azzurro, ad esempio, ha azioni benefiche sul fisico poiché pare che funzioni contro l’inappetenza, l’agitazione psichica, i disturbi della voce e le allucinazioni; quello rosa aiuta a scoprire il vero senso dell’amore e la comprensione del prossimo; il giallo tonifica e rende elastica la pelle mentre quello rosso è particolarmente adatto alla cura delle affezioni del sangue e dei tessuti in genere. Infine, il topazio imperiale, di pregiata varietà, presente in alcune miniere brasiliane, ha varie tonalità dal giallo al rosso-cherry scuro. La foto mostra “l’anello sole”, un esemplare di topazio di colore giallo, montato su un anello, realizzato dal maestro orafo barese, Felice Caradonna.
L’uomo, che per motivi di lucro segue attentamente la produzione naturale, ha subito scoperto il trucco provvedendo a creare pietre preziose sintetiche attraverso il vetro, che come il quarzo, contiene molto silicio ed è trasparente ma, se durante la fusione si aggiungono altri minerali, lo stesso assume colorazioni stupefacenti, fino a ottenere la gamma cromatica che i maestri vetrai ed i maghi della bigiotteria utilizzano per le loro produzioni.

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