La Legge elettorale 'risveglia' i partiti. E rispunta il modello tedesco

di Redazione. E' tempo di riforma della legge elettorale per la politica italiana, che spettano, come ha più volte sottolineato il Professore, alle forze politiche e non all'attuale esecutivo. Da oggi il Pdl prova a sondare gli umori delle altre forze politiche su come cambiare l'attuale legge che piace a pochi per l'assenza di preferenze a disposizione del singolo elettore.

Si parte con gli incontri con Lega e Pd. Il primo si terra' in mattinata, mentre il secondo si svolgerà nel pomeriggio. Il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, Donato Bruno presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio e Gaetano Qualiariello, vice capogruppo del Pdl al Senato, hanno intenzione piu' di ascoltare che di proporre.

Sara' Luciano Violante, responsabile per le riforme istituzionali del suo partito, a guidare la delegazione del suo partito. Violante ha voluto subito chiarire come sia necessario allargare il dialogo con tutti ''perche' le riforme si fanno col maggior numero di forze politiche possibili''.

Per domani il Pdl ha in calendario gli incontri con Terzo Polo e Sel. Giovedi' sarà il turno de La Destra, del Grande Sud, di Rifondazione comunista e Idv. L'iniziativa del Pdl nasce sotto il pressante stimolo del Cavaliere che in una intervista al quotidiano ''Libero'' ha auspicato una legge elettorale che salvaguardi il bipolarismo ed eviti un eccesso di frammentazione elevando la percentuale di voti necessari per entrare alla Camera (attualmente e' il 4%).

Sollecitazioni a riformare le norme elettorali vigenti sono arrivate negli ultimi mesi dal presidente Napolitanom che individua in questa necessaria correzione legislativa un possibile elemento della piu' volte auspicata riforma della politica. Da qui anche l'auspicio di Renato Schifani, presidente del Senato, e di Gianfranco Fini, presidente della Camera, a fare presto e bene tutti i passi adeguati verso la riforma. In caso di accordo tra i partiti, spettera' decidere a loro se l'iter della riforma dovra' avere una corsia preferenziale a Palazzo Madama o a Montecitorio.

Il Pdl preferirebbe che alla riforma elettorale fossero collegate altre riforme istituzionali (riduzione del numero dei parlamentari, fine del cosiddetto bicameralismo perfetto, poteri dell'esecutivo). Il Pd parte dalla sua proposta di riforma elettorale (doppio turno di collegio, 70% di seggi assegnati con sistema maggioritario e il 30% con il proporzionale) ma non ha preclusioni su altre ipotesi. Il modello tedesco che piace molto al Terzo Polo non entusiasma il Pdl, che non vorrebbe rinunciare del tutto a un meccanismo elettorale che favorisca il bipolarismo.

Così mentre Pier Luigi Bersani, in una intervista al Corriere, fa coincidere la fine del governo Monti con la scadenza naturale della legislatura, non la pensa cosi' Pier Ferdinando Casini. Il leader dell' Udc ipotizza lo scenario di una grande coalizione. Casini ha precisato la sua idea ieri sera, intervenendo nella trasmissione ''Otto e mezzo'' su La7: ''Chi pensa che Monti possa risolvere i problemi in un anno e mezzo vive sulla luna. Questa tipologia di governo di armistizio deve durare 4-5 anni''.

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