"Riformare la governance sanitaria pugliese"

BARI. “Nonostante i nostri numerosi solleciti rivolti all’assessore Attolini, e prima ancora al suo predecessore Fiore, non è mai stata avviata una riflessione da parte dei Gruppi consiliari per individuare e adottare possibili soluzioni su come si possano dare risposte concrete alla domanda di efficienza e trasparenza nel comparto della sanità che si leva dal territorio. Ci auguriamo che alla ripresa si proceda ad una verifica sulle modalità di comportamento dei funzionari responsabili della gestione dei bilanci delle aziende sanitarie, del sistema degli appalti e delle forniture, e soprattutto su quali potrebbero essere le conseguenze su modalità e tempi di attuazione del piano di rientro”.
Lo ha detto il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, Salvatore Negro, che è ritornato a chiedere una riforma della governance del comparto sanitario regionale dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare davanti alla Consulta la legge di assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2012 della Puglia.

“Proprio questa impugnazione della legge di bilancio della Puglia da parte del Governo centrale rende opportuna ed urgente una relazione dell’assessore Attolini in terza Commissione per illustrare e verificare il sistema di governance dell’intero Servizio Sanitario Regionale – ha sottolineato il capogruppo Udc – Siamo in una Puglia che possiamo definire “tecnocrate” senza dubbio di essere smentiti, dove gli eletti ed i partiti non hanno più quel ruolo che la democrazia gli assegna, e dove un gruppo di tecnici influenzano e dirigono quelle che dovrebbero essere scelte che spettano alla politica (anche a causa delle continue distrazioni di politica nazionale del presidente Vendola). Di fatto la nostra è una Regione in mano a pochi tecnici che stanno esponendo l’Ente ad un contenzioso che rischia di produrre ulteriori ritardi e di aggravare la già delicata situazione finanziaria. A ciò si aggiunge la mancanza di un’interlocuzione forte e produttiva con il Governo centrale; ne è testimonianza proprio quest’ultima vicenda dove, a fronte di un piano di rientro lacrime e sangue ancora non si è ottenuto ciò speravamo: cioè una deroga al blocco del turn over ed un superamento dello stato di precarietà che i dirigenti medici destabilizzati continuano ad avere. Noi continuiamo a sostenere che gli errori e le inefficienze del Governo Vendola e dai suoi tecnici non possono essere scaricati sui lavoratori. Nonostante le parole rassicuranti dell’assessore Attolini, ci preoccupano le possibili conseguenze dell’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale del bilancio della Puglia. Come già avuto modo di sottolineare, si pongono due questione di particolare rilevanza su cui ci auguriamo che il Governo presti la massima attenzione: quella di 800 unità lavorative, tra medici e paramedici, che rischiano di tornare a casa alla scadenza del contratto già prorogato per ulteriori sei mesi; e la carenza di organico nelle strutture sanitarie pugliesi che hanno difficoltà ad assicurare adeguate prestazioni sanitarie ai cittadini utenti”.

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