Vendola: Puglia sempre più euromediterranea

BARI. “Sicuramente oggi ho presentato non solo i risultati di un anno,  ma i risultati di una stagione lunga, in cui abbiamo zappato la terra, l’abbiamo dissodata, concimata e seminata. Oggi, finalmente, si cominciano a vedere dei germogli”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina, insieme a tutti gli Assessori, alla consueta conferenza stampa di fine anno.
“Abbiamo preso una Puglia – ha spiegato il Presidente – che era un po’ come una Cenerentola, lamentosa e invisibile, lontana dall’Europa e dal mondo, sconosciuta nel resto del grande mappamondo e l’abbiamo trasformata in una regione oggetto di fascino e di successo in tutto il mondo, con indicatori economici che brillano nella notte buia di un Mezzogiorno che, per molti versi, sta tracollando”.

“Intanto – ha proseguito Vendola – abbiamo guadagnato risultati in termini di crescita dell’occupazione, di crescita delle esportazioni e persino di crescita del Pil, che fanno della Puglia un caso unico nel panorama meridionale. La Puglia è una regione che sta facendo a pugni contro la crisi, che ha tirato fuori le unghie e i denti per poter risalire la china e ha risultati che sono importantissimi. Abbiamo provato ad aggredire le sue tante fragilità: siamo cresciuti come infrastrutturazione sociale e come forza di un apparato economico, perché abbiamo investito convintamene sull’innovazione e la ricerca”. Ora, secondo il Presidente della Regione Puglia “è il momento di irrobustire ancora di più lo sviluppo della qualità della vita. Abbiamo guadagnato quindici Parchi, ma dobbiamo proseguire sulla strada della difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, dalla erosione della costa; dobbiamo difenderci dall’inquinamento industriale e la partita dell’Ilva è lì ad ammonirci come una grande questione epocale. Oggi non è possibile che si possa produrre ricchezza economica sviluppando un inquinamento che porta la morte e la malattia nelle case e tra i bambini. Bisogna mettere al primo posto il diritto alla vita e alla salute a partire da Taranto e dalla Puglia e bisogna subordinatamente far crescere una leva di lavori e di economia che possa portare anche soddisfazione alle esigenze materiali”.

“La parola chiave – ha evidenziato Vendola – che ha contrassegnato le ambizioni e la fatica della nostra Amministrazione è sicuramente Europa. Noi abbiamo deciso di costruire un’immagine di noi stessi che fosse fino in fondo Euro-Mediterranea. C’era un’intenzione politica forte, quella di fuggire a qualunque tentazione di chiusura nel recinto delle piccole patrie e a qualunque involuzione nel folclore, nell’autoreferenzialità, nel mito del territorio. Il nostro territorio è stato Europa e Mediterraneo e le azioni che abbiamo costruito le abbiamo pensate dentro questo contesto.

Sentirsi parte dell’Europa, nel momento in cui il progetto di allargamento e di consolidamento dell’Unione Europea conosceva molte fratture, figlie sia della crisi economica e finanziaria, sia delle politiche di austerità adottate dai governi, prevalentemente di centrodestra, in tutto il Vecchio Continente”.

“Noi – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – abbiamo inteso sentirci parte di un’Europa che è un paradigma di civiltà e non, semplicemente, una dimensione geografica o geopolitica: l’Europa della libertà individuale e l’Europa del welfare. L’Europa figlia della Rivoluzione francese e figlia dei grandi movimenti sociali del Novecento. Quell’Europa è casa nostra e per quell’Europa noi lavoriamo; quell’Europa è il nostro sogno e il nostro destino. Ma il primo banco di prova per essere credibili è naturalmente il rapporto diretto che c’è tra una Regione e il contesto comunitario dal punto di vista dei progetti e della spesa europea.

Vorrei ricordare che, per molti anni, siamo stati sul banco degli imputati, per possibili perdite di finanziamenti e di risorse comunitarie. Siamo stati indicati dal Ministro Tremonti tra le regioni canaglia, siamo stati spesso stigmatizzati sulla grande stampa, dentro quella fioritura di luoghi comuni e di metafore cattive che ci dipingevano come incapaci di spendere, rendicontare e amministrare con sobrietà i conti”.

“Noi, quest’anno – ha spiegato Vendola – penso che possiamo presentare non soltanto i discorsi e le parole per cui giuriamo la nostra fedeltà al sogno degli Stati Uniti d’Europa, ma possiamo mostrare anche una performance di grande qualità, che ci rende merito, dopo anni di subliminale diffamazione, di tentativo di distorcere e di manipolare la realtà.

Le politiche che abbiamo fatto in termini di distretti produttivi, di distretti tecnologici, di innovazione, di investimento sulla scuola e sull’Università, di lotta contro la dispersione scolastica, di lotta per la qualità ambientale, sono tutti ingredienti di un discorso europeo. La Puglia come regione d’Europa.

Lo abbiamo fatto con uno stile di lavoro che è quello della collegialità, dell’interlocuzione all’interno della mia Giunta e della mia maggioranza, del Consiglio Regionale e all’interno delle componenti fondamentali della società pugliese: abbiamo saputo e voluto ascoltare, imparando dai suggerimenti e dalle critiche”.

“Per me – ha concluso il Presidente – l’agenda Vendola è questa: è l’idea che difendere il lavoro dalla violenza della precarietà e difenderlo dalla sua subordinazione a un comando autoritario, non è conservatorismo, ma è innovazione, è la qualità del  lavoro che fa crescere l’economia. Investire sulla formazione permanente dei lavoratori significa investire sul futuro. Questo abbiamo fatto in Puglia e i dati economici dicono che abbiamo fatto bene. Noi pensiamo che nel lavoro ci debba essere anche la condizione della realizzazione dei diritti delle persone. Continueremo su questa strada, continueremo a lavorare per la nostra regione. La mia ossessione si chiama Puglia, il mio sogno, il mio amore si chiama Puglia”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto