“Tra Pptr e dismissioni Ilva, la Puglia di fronte ad una mutazione forzata”

BARI - “Portando avanti questo Piano paesaggistico così com’è, la Puglia rischia di diventare, forse anche inconsapevolmente, il laboratorio nel quale si procede ad un progressiva deindustrializzazione, quasi diventando l’emanazione di un disegno che mira a farci diventare un piccolo apparente ‘paradiso’ che punta solo ed esclusivamente sull’agricoltura e sul turismo. Magari lasciando ad altri territori, e non solo in Italia, il ruolo di protagonisti e di motrice dell’economia comunitaria”: è quanto sostiene il presidente de “La Puglia prima di tutto”, Francesco De Biasi, nel valutare quanto sta accadendo in queste ore con le audizioni dell’assessore Barbanente in giro per la regione.

“E’ evidente che se da un lato c’è la consapevolezza del fatto che un Piano paesaggistico servirebbe – spiega De Biasi – dall’altro siamo di fronte ad un disappunto e ad una perplessità generalizzata. Tutti gli attori di questa vicenda, associazioni di categorie edili, ambientalisti, amministratori pubblici, sembrano impegnati in una maratona dal costante affanno per cercare di ‘convincere’ l’assessore che le cose non vanno. Il che porta inevitabilmente ad una contrattazione al ribasso rispetto al lodevole e notevole lavoro sin qui svolto”.

Secondo il presidente de “La Puglia prima di tutto” dietro tutta questa vicenda si intravede una singolare sovrapposizione con quanto sta accadendo nell’industria pugliese, ovvero con la deindustrializzazione dell’Ilva a Taranto: “Una vicenda che se ben studiata – osserva De Biasi – conduce ad alcune riflessioni che tutti dovrebbero fare prima che sia troppo tardi. C’è da chiedersi, insomma, a chi giova tutto questo? E perché con il Piano paesaggistico la Puglia improvvisamente sceglie di rinunciare allo sviluppo e al rilancio, rifugiandosi in un cantuccio che prevede di fatto che ci si possa muovere solo con agricoltura e turismo? E’ come, per essere chiari, se la nostra terra stia per diventare il braccio operativo di una politica europea che porta ricchezza solo ai soliti noti, la Germania su tutti, che nel frattempo produce e commercializza l’acciaio e che nel frattempo resta il solo Paese europeo che ha avuto modo di speculare sulla crisi e di arricchirsi. E la debacle dell’Ilva è arrivata, guarda caso, proprio nel momento in cui l’industria tedesca dell’acciaio arrancava. Ed in questa ottica il Piano paesaggistico sembra un inconsapevole corollario, quasi un sorta di ciliegina sulla torta. Stiamo rinunciando a tutto, lasciando loro lo spazio necessario a gestire le proprie ricchezze. Non possiamo e non vogliamo credere che l’assessore Barbanente sia espressione di questa strategia perché sappiamo perfettamente quali sono le sue competenze e l’amore per il territorio pugliese; però allo stesso tempo la invitiamo ad una serena riflessione su quanto stiamo sostenendo”.

In sostanza, si tratta di tirare le conclusioni e di fare, per certi versi, “due più due”: “Una fase di ascolto armoniosa, corale e senz’affanno – conclude De Biasi – la si potrebbe agevolmente aprire con una scelta, che non è un cedimento ma un punto di forza: l’autosospensione del Piano paesaggistico, la revoca e/o inefficacia del citato comma 2° dell’art.105 ‘Norme di salvaguardia delle NTA del PPTR’. Non ci vuole molto, serve una semplice riflessione su quanto in queste ore le stanno dicendo amministratori, sindacalisti, imprenditori, semplici cittadini. La Puglia non può abdicare al suo futuro facendosi imporre una mutazione nel percorso verso progresso e sviluppo”.

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