Tribunali soppressi: sì al referendum da nove Consigli regionali

BARI - Nord, Centro e Sud, sono nove i Consigli regionali italiani che hanno depositato, nel termine del 30 settembre, la richiesta di referendum abrogativo delle norme che cancellano le sedi dei tribunali distaccate nelle province. Com’è noto, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione sarebbero state sufficienti le delibere di cinque Assemblee.  All’Abruzzo e alla Puglia si sono aggiunti Piemonte, Marche, Calabria, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Campania.

“Un’iniziativa di metà Regioni italiane, senza etichette territoriali: sono rappresentate tutte le aree,  segno che il problema delle ricadute sull’amministrazione della giustizia è comune all’intero Paese”, fa notare il presidente del Parlamento pugliese, Onofrio Introna, che si dice soddisfatto del risultato raggiunto, “tanto più in tempi estremamente ristretti”.

Ad agosto Intona aveva avanzato l’ipotesi di una proposta referendaria, fatta propria dall’Ufficio consiliare di Presidenza e condivisa da tutte le forze politiche in Consiglio regionale, con il sì a larghissima maggioranza di martedì 24. “Abbiamo inteso raccogliere l’allarme che con accenti perfino accorati veniva dagli operatori della giustizia, magistrati, avvocati, amministrativi, preoccupati per le mille difficoltà create dai tagli ed anche per le conseguenze sui cittadini costretti a disagi e spese.

È di questo che vorremmo parlare con il Governo nazionale ed è su questi aspetti che vorremmo far riflettere. Ora Roma ci ascolti – conclude il presidente Introna – la nostra non è una sfida, quello dei Consigli regionali è un appello al confronto”.