Riforma istituzionale: Introna alla Camera “portare le Regioni nel cuore dello Stato"

ROMA - “Riformare si può, meglio si deve e le Regioni vogliono esserci. Chiediamo di partecipare al dialogo sul riordino istituzionale avviato dal Governo nazionale”. Lo ha dichiarato in Parlamento il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio introna, nell’incontro delle Conferenze nazionali delle Giunte e delle Assemblee legislative, sulla riforma costituzionale, nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera. In uno degli interventi programmati, Introna ha affrontato i temi del neocentralismo e del superamento del bicameralismo perfetto. Il 2 aprile, come in tutte le Regioni, il Consiglio pugliese ha sviluppato un ampio dibattito, adottando un ordine del giorno unitario finale, che ha dichiarato la disponibilità della Puglia ad “essere parte integrante del processo di riforma”. Ora, a Roma, tutte le Assemblee hanno sollecitato un “serrato confronto” col Parlamento e col Governo Renzi, per portare un contributo al processo riformatore. “Questa è una riforma che vogliamo fare e vogliamo farla insieme - ha sostenuto Introna a Montecitorio - quanto più sarà partecipata, tanto più potrà essere efficace per il Paese”. andranno però risolte “alcune criticità”, addebitabili ad una tendenza a “ricentralizzare” la titolarità statale di funzioni ora assegnate alle Regioni. “Se è questo l’obiettivo, il tentativo appare incomprensibile – secondo il presidente pugliese - perché si stenta a vedere qualsiasi beneficio in termini di semplificazione”. Le Regioni non si sottraggono ad una ridefinizione delle competenze, che avrebbe tra gli altri l’effetto di ridurre sensibilmente l’ingente contenzioso davanti alla Consulta, sulla costituzionalità di talune leggi regionali. “Non va però stravolto il pacchetto delle materie concorrenti, fino a svuotarlo del tutto”. ha insistito Introna. Sono quelle su cui Parlamento e Regione legiferano entrambi”. La riforma è un appuntamento troppo importante: “il tema va senz’altro affrontato perché dopo 70 anni una mesa a punto della Costituzione non deve fare gridare allo scandalo”. I Consigli si dichiarano disponibili e Introna ha indicato le priorità. “Riteniamo che vadano meglio e più chiaramente definite le competenze del nuovo Senato – ha detto - sono condivisibili la riduzione dei parlamentari e lo snellimento della procedura legislativa: non sarebbe lesa maestà istituzionale prevedere la centralità di una Camera e rivedere il ruolo dell’altra. A condizione, però, che ad una più snella Assemblea di Palazzo Madama vengano assicurate competenze adeguate, a partire da materie come l’ordinamento locale e regionale, gli enti locali, i rapporti con l’UE, le leggi costituzionali ed elettorali, la finanza pubblica, oltre a funzioni ispettive e all’elezione del Capo dello Stato, di componenti del CSM e giudici costituzionali. Altro nodo, l’accesso a questo ramo riformato del Parlamento. “I senatori devono essere eletti dai cittadini, in numero proporzionale alla popolazione della Regione”, esigenza messa in risalto nella quasi totalità degli interventi nel Consiglio regionale pugliese. E il presidente ha aggiunto che “non si avverte la necessità di una Camera di secondo livello, tantomeno si vede l’utilità di un Senato simile all’attuale Conferenza Stato-Regioni, sia pure allargata. Un Senato di nominati vedrebbe molto indebolite le prerogative costituzionali”. Valido invece l’obiettivo di ridisegnare l’assetto istituzionale su tre soggetti, Stato, Regioni, Comuni. Secondo Introna “favorirebbe un equilibrio istituzionale più avanzato e consentirebbe alle Regioni di assumere sempre maggiori responsabilità, negli interessi dei cittadini e dei territori. C’è bisogno di raccordare le politiche dalle periferie al centro, attraverso un regionalismo più avanzato, responsabile e collaborativo, che possa portare le Regioni nel cuore dello Stato”. Decentramento e sussidiarietà, il sistema delle Regioni auspica quindi “più regionalismo e meno neo-centralismo, per il bene dei cittadini e del Paese”. L’occasione della riforma può diventare un momento alto della storia. Si tratta di trovare una sintesi e la Puglia è fermamente motivata a portare un contributo.

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