Chi inquina (non) paga: a Taranto il principio non viene ancora applicato alla faccia delle bonifiche e dei tarantini

di Mauro Guitto - Questa mattina in piazza della Vittoria a Taranto ha parlato il leader dei Verdi Angelo Bonelli affiancato, tra gli altri, da Vittoria Orlando del Comitato Taranto Respira e da Vincenzo Fornaro dei Verdi di Taranto. Bonelli ha voluto sottolineare e ricordare che le risorse sequestrate ai Riva non saranno affatto utilizzate per ridare ai cittadini ionici ciò che loro è stato tolto in più di 50 anni di inquinamento. Quelle risorse verranno utilizzate per consentire la continuità di produzione del siderurgico mettendolo in condizioni di non chiudere in barba alle necessità sanitarie e ambientali di una città ormai allo stremo delle forze. Il numero uno dei Verdi ha proseguito il suo intervento ricordando anche che dopo il sequestro dell’area caldo dello stabilimento Ilva, il 7 agosto del 2012 tramite decreto legge n.129 venivano stanziati 336 milioni di euro per il risanamento ambientale di Taranto e il rilancio economico, di cui solo 119 milioni di euro per fare tutte le bonifiche esterne al siderurgico quando in realtà tale cifra rappresenta il 4% dei costi che sarebbero invece necessari a eseguire le operazioni di bonifica ambientale nelle aree esterne. Bonelli ha chiesto a gran voce le dimissioni del ministro dell’Ambiente Galletti perchè non ha ancora provveduto a nominare il commissario che attuerà le bonifiche che invece sono bloccate nell’evidente disinteresse del Governo che è stato tanto veloce ad approvare il sesto decreto salva Ilva e tanto “lento” nel far partire le operazioni di bonifica. Nel frattempo i cittadini ringraziano, in particolar modo gli ammalati, tra questi tanti bambini, anziani, donne e uomini che continuano a inalare diossine per il bene dell’economia italiana e di quella dei Riva.