Diabete, emergenza mondiale: ecco come prevenirlo

di Francesco Greco - Dati Idf e Istat 2013: 382 milioni di diabetici in tutto il mondo. Oltre 3 milioni in Italia, con previsioni nere: entro il 2030 potrebbero superare i 5. In Puglia i malati con questa patologia si aggirano sui 260mila, nel Leccese sono circa 62.500. E’ dunque emergenza sociale su base planetaria: il diabete, malattia legata alla modernità e anche al malcostume alimentare, a stili di vita sbagliati, al poco movimento, ecc., avanza, dilaga, ha costi sociali altissimi. L’allarme, l’ennesimo, è stato lanciato nel corso della Giornata Mondiale del Diabete promossa dalla International Diabetes Federation (www.idf.org) e riconosciuta dall’Onu e che ricorre ogni anno il 14 novembre. E’ il più grande evento di sensibilizzazione e informazione organizzato in Italia in materia (quest’anno le iniziative si sono tenute sabato 15 e 16 novembre). Ad Alessano le manifestazioni sono state organizzate dalla giovane biologa-nutrizionista Cinzia Bleve (nella foto di “Black & White”), laureata in Biologia all’Università del Salento, studio a Montesardo (nel Sud Salento) e hanno richiamato moltissima gente da tutta la zona sia nella fase di screening che successivamente col convegno che ha monitorato adeguatamente la situazione. E’ stato un successo, tant’è che la dottoressa è stata chiamata a coordinare altri incontri nelle prossime settimane, a riprova di un grande bisogno di comunicazione e coscienza sulla delicata tematica.

Domanda: Dottoressa, perché parlare di diabete?
Risposta: Perché il diabete mellito descrive un disordine metabolico a eziologia multipla, caratterizzato da iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo dei carboidrati, lipidi e proteine, derivanti da difetti della secrezione insulinica, dell’azione insulinica o di entrambe. (Report of a WHO Consultation, 1985).

D. Quali le forme più diffuse e aggressive?
R. Il diabete mellito di tipo 1 o Insulino-dipendente, legato a un deficit nella secrezione di insulina per autodistruzione delle cellule β del pancreas che la producono. Insorge prevalentemente in età giovanile e nell’infanzia; il diabete mellito di tipo 2 o insulino-indipendente, dovuto a difetti nell’azione dell’ormone insulinico che viene secreto dal pancreas ma non agisce come dovrebbe, determinando come conseguenza un accumulo di glucosio nel sangue (Iperglicemia). Un tempo considerata una malattia dell’anziano, oggi interessa oggi anche persone giovani, dai 30 anni in su, con un abbassamento dell’età di insorgenza.

D. Quali fattori predispongono a tale patologia?
R. Sono diversi. Un ruolo decisivo lo giocano la familiarità, il sovrappeso/obesità, le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà. Il diabete mellito gestazionale, che insorge durante la gravidanza e solitamente scompare al termine di questa, predisponendo però la madre a rischio di diabete negli anni successivi.

D. Ce ne sono altri, purtroppo…
R. Quella del diabete sta diventando una vera e propria epidemia: nel mondo ne sono colpite circa 382 milioni di persone (dati IDF 2013); in Italia, secondo dati ISTAT del 2013, i diabetici sarebbero oltre 3 milioni, circa il 5,4% della popolazione. Di questi 3 milioni, il 90% circa è rappresentato da persone affette da DMT2 (diabete mellito tipo 2). Si prevede che nel 2030 le persone diabetiche diagnosticate in Italia saranno oltre 5 milioni. In Puglia, secondo i dati ISTAT del 2013, i diabetici diagnosticati sono circa 260.000. La Puglia si colloca al 2° posto in Italia (a pari merito con la Basilicata) per numero di casi (il 6,7 % contro il 5,4% della media nazionale) e addirittura al 1° per numero di ricoveri con diabete come diagnosi principale. A Lecce i casi registrati nel 2013 sono stati circa 7.250, mentre in Provincia circa 65.200.

D. I sintomi sono avvertibili?
R. Molto spesso i sintomi, specie DMT2 (diabete mellito tipo 2), sono subdoli. Tra quelli più frequenti la sete intensa (Polidipsia), frequente necessità di urinare (Poliuria) anche notturna (nocturia), stanchezza, affaticabilità, calo del peso corporeo, fame intensa, infezioni urinarie (cistite), visione sfocata, disturbi sessuali.

D. Una volta conclamato come combatterlo?
R. Una volta diagnosticato è molto importante tenerlo sotto controllo evitando picchi di glicemia, perché negli anni può portare a complicanze ben peggiori della malattia stessa, che colpiscono diversi organi e apparati, come ad esempio la retinopatia diabetica, la nefropatia diabetica, malattie cardiovascolari. Soprattutto per quanto riguarda il DMT2, la prevenzione e la cura partono da una correzione dello stile di vita: ecco perché i temi principali di questo primo convegno sono stati proprio l’alimentazione, l’attività fisica e il fumo da sigaretta. E’ stato affrontato anche il tema riguardante la “Sindrome Metabolica, quella sconosciuta!”. Si, perché, sebbene sia una condizione clinica molto diffusa, solo una piccola parte della popolazione sa cosa sia e come si presenti. Altro non è che una condizione clinica caratterizzata dalla contemporanea presenza, in un individuo, di più alterazioni metaboliche, che insieme rappresentano un rischio multiplo di sviluppare una malattia cardiovascolare (infarto del miocardio o ictus cerebrale). Queste alterazioni sono: insulino-resistenza, obesità addominale, ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo HDL. Per fare una diagnosi di sindrome metabolica basta avere 3 di questi fattori.

D. Diffondere l’informazione è un elemento importante, decisivo?
R. Assolutamente si. Innanzitutto per i numeri: in Italia ne sono affetti il 27% degli uomini e il 25% delle donne e quella attuale è già definita l’era della sindrome metabolica; poi per le conseguenze: essa è l’anticamera di problemi ben più gravi (diabete e malattie cardiovascolari in primis). La SM però non è ancora un punto senza ritorno: nella maggior parte dei casi le persone che ne sono affette non sono propriamente malate ma hanno un’alta probabilità di diventarlo, quindi importante è la prevenzione che inizia a tavola e continua per strada con l’attività fisica.

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