PUNTO E A CAPO | Vendola si poteva attaccare in mille modi ma non così

di Giuliano Gasparotti - Dalla Puglia alla vigilia del voto regionale, agli onori delle cronache balza una lite al calor bianco tra Massimo Cassano, Ncd, ed il Governatore Vendola. "La vera differenza tra me e lei sta nelle mani. Le sue sono fresche di continue ripassate dalla manicure, le mie hanno i calli che distinguono chi è nato nelle periferie diroccate delle nostre città del Sud - mondo a lei e ai suoi sconosciuto". A quanto pare i problemi della Puglia sarebbero ben poca cosa rispetto alla grave colpa di chi (sarà poi vero?) ha mani curate rispetto a chi sfoggia, fiero di tanta virilità, poderosi calli, segno di fatica  anche se non si capisce bene se anche frutto di lavoro ancorché (rigorosamente) manuale. Sullo sfondo le periferie degradate dove il lavoro (quello reale) è l'unico assente. A giudicare dalla biografia di Massimo Cassano, Ncd, sottosegretario al lavoro del Governo Renzi, non pare vi sia traccia di tutta questa sbandierata fatica ammesso che di lavoro si alluda. Imprenditore, commercialista, iscritto alla sezione locale del Rotary, ed una lunga carriera politica alle spalle a partire, diciannovenne, dalla propria militanza nella gioventù democristiana. Una certa perplessità rispetto agli sbandierati calli, a dire la verità, insorge. Specie per chi ha fatto della politica una professione che di per sé difficilmente si accosterebbe al duro lavoro manuale. I maligni cultori dell'antipolitica si saranno chiesti: “Ma questo, avrà mai lavorato in vita sua?”. Si sa, i pregiudizi sono dietro l'angolo se si tratta di un sottosegretario. La verità, invece, probabilmente sta in un altro tipo di pregiudizio che è quello di chi ha qualche problemino di omofobia. Chissà quale raffinatissima strategia è stata elaborata dalle parti dell'Ncd, che, da Alfano in giù, si distingue per il concentrato, quello sì esemplare, di attacchi ripetuti a chiunque sia gay. 'Giovanardizzazione' di un movimento in crollo verticale di consenso ed alla ricerca di visibilità nella discutibilissima convinzione che erigersi ad alfieri del più becero bigottismo possa riportare indietro i voti oramai persi. Il Governatore Vendola lo si poteva attaccare in mille altri modi sulla propria opera di governo della regione ma quello utilizzato è l'unico inaccettabile, tanto da far invocare le dimissioni immediate del sottosegretario. Giocarsi la carta della “colpa gay” evidentemente mostra come si è a corto di argomenti più efficaci: ennesimo autogol di chi probabilmente non ha più contatto con la realtà.

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