Montesardo, petizione popolare per una piazza a Balduino

di Francesco Greco. MONTESARDO (Le) – E’ partita da qualche mese la petizione popolare a sostegno della richiesta della popolazione di Montesardo (centro del Salento meridionale) di intitolare la piazza principale al vescovo Balduino (nel dipinto dal titolo "L'ideale", di Francesco Calignano). Mentre ci si prepara al viaggio in Molise, per visitare i luoghi in cui egli visse e operò. L’idea è del neonato Centro-Studi “Balduino”, che sta anche raccogliendo le firme da presentare per chiedere alle autorità comunali di Alessano il cambio di intitolazione (si firma presso l’Antico Forno del Salento).

Belisario Balduino è uno dei tanti grandi del paese, uomo della Chiesa Universale. A Montesardo nacque nel 1518 da una famiglia nobile. Dopo gli studi – all’epoca nel paese erano presenti “sette scuole reputatissime” il Tasselli (Trivio e Quadrivio), tant'è che sotto Casa Borbone era chiamato "Napoli piccolo" – da vescovo Paolo IX Carafa lo chiamò da Nardò come consigliere. E quando questi divenne Papa, lo nominò vescovo di Larino (Campobasso). Ne prese possesso nel 1555. Nella sua lunga mission tenne tre sinodi: 1556. 1564, 1571. Una visita pastorale nel 1581.

Ma il fatto che sia nel libri di storia è legato alla partecipazione al Concilio di Trento, dove arrivò quasi verso la fine, nel 1563, e intervenne con molta autorevolezza sbloccando i lavori impantanati con un grande senso pratico sostenuto da una grande cultura e coscienza della propria mission. Balduino è stato uno delle menti più raffinate del suo tempo e della storia della Chiesa, di cui potrebbe essere “dottore” per la lungimiranza e il rigore. Intellettuale ma anche dotato di senso del fare. In un paese che pullulava di intellettuali, dove c'era stato, come detto, il Trivio e il Quadrivio (oltre a Brindisi, Lecce e Gallatone).

Balduino ebbe un fratello, Girolamo (“don Cilormu” per la memoria popolare), filosofo di scuola aristotelica (metodo scientifico razionalista), molto stimato dagli studiosi americani (New York University) e dal compianto prof. Giovanni Papuli, suo studioso: il montesardese fu sodale di Galileo all’Università di Padova. Gli studiosi lo considerano superiore a Ficino. Fra l'altro, ebbe una tenzone filosofica con l'alessanese Francesco Storella, stracciandolo, relegandolo al rango di pensatore “minore”. Mentre il naturalista Cesare Rao, anche egli di Alessano, gli chiedeva “raccomandazioni” tanto era potente il prelato.
 
Montesardo si caratterizzò quindi in epoca tardo-medievale e rinascimentale come una fortezza della cultura, della sapienza, dello studio. La nobiltà mandava i suoi rampolli a studiare e il prestigio di queste scuole. A Trento Balduino teorizzò, fra l’altro (multe salate per i genitori che non mandavano i figli al catechismo, la punizione della bestemmia pronunciata in pubblico, ecc.), i luoghi dove i futuri sacerdoti avrebbero studiato: i seminari. Il Concilio chiuse i lavori il 5 dicembre 1653, Balduino ritornò in Molise e il 26 gennaio del 1564 fondò il primo in assoluto, con 12 aspiranti sacerdoti. Realismo e coscienza della propria mission.
 
Il minimo che il suo paese può fare è dedicargli una piazza, quella principale, già Piazza Chiesa (da un’idea di don Giuseppe Martella, sacerdote anch’egli nato a Montesardo, nipote di don Vincenzo, che fu parroco del paese negli anni 50). Anche se nei secoli passati il fratello filosofo ebbe intitolata un’altra piazza, che il barone Sauli forse gli “rubò”.
 
Metafora che ha dell’incredibile: l’illustre prelato per tutta la vita lottò nei tribunali proprio contro i nobili del suo tempo (i potentissimi Di Capua) che volevano alienargli le rendite con cui manteneva il seminario a Larino (dove morì nel febbraio del 1591, e dove è sepolto) che in poco tempo passò da 12 seminaristi a circa 200.

Oltre alla piazza, Montesardo (che già in epoca messapica ebbe un ruolo preminente) sta lavorando anche a un gemellaggio con Larino che sarà messo in cantiere nella gita che la comunità farà nei prossimi mesi in Molise, in visita nel luoghi dove il nobile concittadino fu vescovo per 34 anni. Uno dei tanti intellettuali, perché altri ce ne sono e compito del Centro-Studi è anche quello – come suggerì, inascoltato, il Vescovo della Diocesi Ugento-S. Maria di Leuca, Monsignor Vito Angiuli commemorandolo con una messa solenne il 17 settembre 2014 - di procedere alla scansione e al recupero. Restituendo onore e memoria a chi la meritò sul campo con i fatti, "Exitus acta probat", come recita un'epigrafe incastonata nel frontespizio di una casa a due piani in piazza Sauli. Sembra dedicata alla grande operosità e pragmatismo di Balduino.      

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto