I “Dilettanti”dell’onorevole Pino Pisicchio

di Vittorio Polito - L’ultimo mercoledì di luglio del corrente mese ho trovato un mail di Gianni Cavalli che mi invitava a passare presso il signor Vito della libreria La Goliardica di Bari per ritirare un libro da cui ricavare eventualmente una recensione ( Piccola precisazione: al momento, non essendo in grado di guidare, faccio piccoli tragitti a piedi e la libreria è più vicina a casa mia dell’azienda di via Napoli). Il signor Vito mi ha dato un libro dicendo da parte dell’editore Levante. Si trattava del libro dell’on. Pino Pisicchio dal titolo ‘I dilettanti. Splendori e miserie della nuova classe politica’, Guerini e Associati, Milano, marzo 2015, e quasi istintivamente ho chiesto al titolare della libreria se avesse venduto molte copie e la sua risposta ‘ due copie entrambe a Gianni Cavalli’ mi hanno confermato alcuni sospetti . Tornato a casa ho cercato tra i sospesi ed ho trovato il libro: vi era scritto ‘avuto da Gianni, marzo 2015 per eventuale recensione’ e per una serie di circostanze, dovute alla mie condizioni di salute degli ultimi mesi, era rimasto nel limbo. Ho preferito evitare di dire all’editore che la sua memora iniziava a perdere colpi e mi sono limitato a comunicargli al telefono che gli avrei mandato il libro per mio genero in modo che mi segnasse i passi che lui riteneva i più interessanti. Lunedì tre agosto alle 7.45 l’editore Levante mi ha mandato a casa il libro con molti punti evidenziati in giallo e alcuni periodi segnati con matita rossa, altri in blu e molti con un segno verde. Per pudore non ho mai chiesto il motivo dei diversi colori e mi sono letto, in maniera veloce, i pezzi che non avevano avuto nessun segno. Indubbiamente il politologo giornalista Pisicchio è uno di quelli che la politica la conosce molto bene non solo per assidua frequentazione personale, ma anche perché figlio dell’on. Natale Pisicchio, uno dei sindacalisti più famosi e conosciuti per un passato di spessore nelle file della CISL. Nel brillante e gustoso prologo al libro Pisicchio cerca di scherzare sul fatto che gli italiani odiano i politici e che ritengano che la casta sia solo ‘un inutile costo per il Paese’. Personalmente, premesso che ogni democrazia necessiti di una classe politica, farei un piccolo sondaggio. Ogni membro del nostro Parlamento si sieda ad un tavolo, possibilmente nelle ore di ‘svago’ e non quando è chiamato a ‘lavorare’ per la gente, e calcoli, ad oggi, quanti soldi – quelli in busta paga ! – ha guadagnato con la politica. Una volta stabilita la cifra si chieda, con cognizione di causa, se facendo un qualsiasi altro mestiere avesse avuto una sola possibilità di guadagnare di più. Ritengo sia una soluzione giusta. Mi ha stupito leggere nel libro le parole di un professore filosofo europarlamentare del valore di Gianni Vattimo sui suoi colleghi: ‘I politici con tutti i loro compromessi, tutti i loro clientelismi, anche spesso i loro intrallazzi, sono un po’ come lo scemo del villaggio…’. Le persone normali cercano di evitare di passare per lo ‘scemo’ e di certo non aspirano a tale frequentazione. Il volume di Pisicchio è molto interessante perché svela verità ignote ai più, come quella che vede Casaleggio occuparsi del blog dell’Italia dei Valori di Di Pietro, prima dell’avventura con Grillo. Mi pare che l’on Pisicchio nelle sue frequentazioni sia stato anche un esponente del partito dipietrista. Uno dei capitoli più interessanti del libro titola: ‘Fenomenologia del politico in via di apparizione’ e penso debba essere letto da tutti coloro che in qualche modo vivano e si occupino di politica, poi da normali cittadini. La mia riflessione al riguardo è pregna di sdegno: pensare che oggi si possa vincere una campagna elettorale solo perché si è ‘AZZECCATA – chiedo scusa a Di Pietro per avergli usurpato il termine! – la scelta di un’agenzia, che ha creato una vincente immagine, mi fa ribrezzo. Chi perde una tornata elettorale oggi non perde perché l’avversario è Gianni Cavalli mi ha raccontato una volta che ha conosciuto Pisicchio perché era compagno di scuola di Angela, la bellissima moglie di Gianni, ed è nata un’amicizia fatta di stima sincera che dura ancora oggi. Non pochi libri ho recensito dell’on. Pisicchio pubblicati da Levante e mi onoro di essere Amico dell’editore perché è la persona più onesta, generosa ed altruista che abbia mai conosciuto con un enorme difetto: non sa fingere, non è diplomatico e cura pochissimo i rapporti mediatici. Pensate che una volta gli ho chiesto un piccolo favore, che avrebbe potuto gestire in maniera ‘politica’, ma mi disse subito non posso perché il suo intervento avrebbe potuto danneggiare un’altra persona. Per inciso quest’altra persona , che io conoscevo e conosco, continua a parlarmi di Gianni in maniera di uno che, per dirla alla Totò, …è ‘fesso’. Onorevole Pisicchio lei è Amico di Gianni, io sono Amico di Gianni e, quindi, potremmo per deduzione diventare Amici. Detto ciò devo ammettere che leggere il suo libro non mi ha fatto bene per il semplice motivo che io non capisco se il suo è un ‘mea culpa’ o un grido di dolore contro i ‘soliti ignoti’. Una delle situazioni più sgradevoli del suo libro si trova a pagina 117 e per giunta lei dice che era presente. Scrive Pisicchio: ‘ Un gruppo di liceali in visita alla Camera s’assiepa attorno all’assistente parlamentare che illustra le raffinate creazioni architettoniche del Basile nel ‘Transatlantico’ di Montecitorio. Appare a un tratto il senatore Razzi: avvistatolo, l’intera comitiva di liceali, abbandona il suo cicerone per correre incontro al nuovo divo e chiedergli un autografo’. Le ho riportato il testo perché Gianni Cavalli lo ha sbarrato, ossia cancellato. Non so chi sia Razzi, ma comprendo che la cosa sia senza commento. L’unico futuro che io intravedo per la classe politica è che, a prescindere da dilettante o professionista, si faccia largo l’idea che l’onestà–competenza debba essere al servizio di quella coscienza etica di cui io, Gianni e gli Amici siamo portatori. Se il sen. Razzi ha questi requisiti posso dargli la mano. Poi sarà il popolo sovrano a decidere chi potrà continuare a fare politica e chi dovrà andare a casa continuando ad essere un semplice onesto-competente cittadino nel suo abituale lavoro. Mi pare di intuire che il libro abbia un destinatario di alto livello: quel Presidente del Consiglio che è passato in 20 anni dalla Ruota della Fortuna all’Arno e dalla segreteria di un partito a interlocutore della Merkel. Renzi ha giusto la metà dei miei anni e mi è simpatico quando promette di eliminare scandalosi ed immeritati vitalizi e di abbassare le tasse. Lei, da politico navigato, sa che le due cose viaggiano sullo stesso binario: si possono rendere meno ‘soffocanti’ le tasse, qualora si colpisca, tra le altre cose, privilegi parassitari. Renzi non è onorevole e, qualora vada a casa, dovrà inventarsi un mestiere, il prof. Monti, che un buon lavoro l’aveva, prima di ‘sacrificarsi’ ha preteso di diventare senatore. Lei prof. Pisicchio termina il suo libro, che merita di essere riletto più volte, citando l’art. 54 della Costituzione: ‘I cittadini cui sono affidate le funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore’…basterebbe ogni tanto ricordarsi che, quasi sempre, dopo l’onore conquistato con merito vi è un piccola gioia pronta a gratificarci. Lei, che è ricercatore di diritto costituzionale, perché non si assume l’onere di fare qualche lezione gratis a suoi colleghi in Parlamento: a volte si diventa professionisti senza essere stati dilettanti. Un po’ quello che sta succedendo all’Ordine dei Giornalisti di Puglia: un Presidente ha deciso che tutti i pubblicisti, in maniera conforme alla legge, sono dilettanti e tali devono restare. Le farò avere alcune carte, lei che è un professionista di riguardo nell’ambito giornalistico, che potrebbero spingerla a produrre un’interrogazione che renda giustizia a tanta brava e onesta gente, magari offrendosi per una mediazione che tuteli entrambe le parti.

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