Bari, on line la scheda per raccogliere disponibilità ad accogliere migranti in famiglia

BARI - A seguito delle diverse richieste pervenute all’assessorato al Welfare, è stata predisposta una scheda, disponibile a questo link, attraverso cui i cittadini potranno dare la propria disponibilità ad accogliere i migranti all’interno della propria abitazione o di una seconda abitazione. Nelle prossime settimane, infatti, prenderanno il via i primi incontri formativi coordinati dall’ufficio Immigrazioni del Comune di Bari e il progetto affido gestito dalla cooperativa Gea per consentire alle persone interessate a partecipare all’iniziativa di ricevere tutte le informazioni necessarie. Saranno organizzati incontri motivazionali e avviati percorsi informativi e formativi a carattere sociale, psicologico e legale sulla procedura di ospitalità e su eventuali altre forme di accoglienza e sostegno, come l’affido di un minore migrante non accompagnato.

“Trattandosi di una procedura sperimentale che non ha precedenti in Italia - commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico - è necessario tutelare sia i cittadini disponibili ad accogliere i migranti sia gli stessi migranti, affinché siano consapevoli delle rispettive responsabilità e possano contare su una rete istituzionale e informale di riferimento. Intendiamo così supportare lo slancio di generosità di diverse persone che sentono di poter dare il proprio contributo a donne, uomini e minori costretti a fuggire dalla guerra e dalla povertà, evitando però che vi siano improvvisazioni o situazioni estemporanee. Stiamo quindi lavorando per disciplinare delle procedure per l’individuazione delle famiglie e dei beneficiari, le modalità di programmazione e di monitoraggio e per organizzare eventuali spazi di confronto tra le famiglie ospitanti, in modo da coordinare tutti i soggetti coinvolti. Mi riferisco, in particolare, a chi si occupa di progetti SPRAR territoriali, alla Prefettura, ai servizi sociali e al progetto affido del Comune di Bari, che è essenziale nel caso vi siano anche minori non accompagnati. In questo modo possiamo garantire un percorso che miri al recupero dell’autonomia da parte dei migranti e all’emancipazione dallo stesso bisogno di accoglienza”.

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