Carcere di Bari: droga portata dai droni, l’on. Ginefra interroga Orlando


BARI - L'avanzamento tecnologico fa evolvere anche l'ingegno dei parenti prossimi ai detenuti che, rinchiusi nei penitenziari, negli ultimi anni le hanno provate davvero tutte per far giungere ai propri cari dosi e pacchetti di droga. Adesso, però, pare che un nuovo metodo sia al vaglio dei protagonisti di queste vicende. Un metodo che non è neanche sfuggito al deputato barese del pd, Dario Ginefra, il quale ha depositato un'interrogazione parlamentare al guardasigilli Orlando. Come riportato dall'edizione barese di Repubblica, il deputato ha scritto: "Si chiede di conoscere l’attuale stato di funzionamento del sistema di videosorveglianza del carcere di Bari, se sono previste dal ministero e dal Dap forme di sostegno per l’efficientamento delle telecamere interne ed esterne per fronteggiare l’uso avanzato di tecnologie, a partire dai droni, nell'immissione di eventuali sostanze stupefacenti o altro".

Al centro dell'interrogazione, oltre ai droni, figura la critica collocazione del carcere barese, che - come quello di Milano - risulta molto più vulnerabile, trovandosi nel centro della città. Quindi, proprio a tal proposito, "si chiede se [...] il ministro intenda promuovere percorsi per nuovi e più moderni istituti penitenziari anche periferici e più rispettosi delle normative comunitarie che prevedono spazi più ampi per i detenuti”.

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