Milan, solo carbone nella calza di Sinisa: lezione di Donadoni al serbo, Bologna sbanca San Siro

di Luca Losito - Un'altra epifania amara. Il 2016 del Milan ricomincia sulla falsariga dell'anno precedente, e il Bologna di Donadoni espugna San Siro dando una lezione di calcio alla squadra di Mihajlovic. Corsa, abnegazione, dettami tattici precisi hanno propiziato la risalita felsinea con l'ex stella rossonera in panca da poco più di due mesi. Stessa cosa non si può dire dell'allenatore serbo, che di mesi ne ha già avuti sei, e che pur disponendo di materale tecnico ben più pregiato, ha avuto risultati decisamente più deludenti. Giaccherini firma lo 0-1 del Bologna, un tonfo che deve far riflettere il Milan. L'annata del rilancio, quella segnata dal ritorno agli investimenti, non può finire così.

La prima frazione di gioco ha un solo protagonista: Mirante paratutto. Fanno i conti coi suoi riflessi Niang, Bonaventura e Bacca. I prodigiosi interventi del portiere bolognese tengono il parziale fermo sullo 0-0. Poi, nella seconda frazione esce fuori la squadra felsinea, con Giaccherini e Diawara che sfiorano l'1-0. Il Milan non sta a guardare, e sia Niang sia Bacca flirtano col tap-in vincente. Nel finale, le “sliding doors” del fato condannano i rossoneri: Cerci smarca Mirante e poi spreca tutto incartandosi a porta sguarnita; Giaccherini è glaciale di fronte a Donnarumma e lo gela siglando lo 0-1. I rossoneri non abbozzano neanche una reazione, ed è solo Destro a sfiorare il 2-0 ad un passo dal 90'. Finisce così.

Il Diavolo è costretto a ripartire da riflessioni serie ed attente. Sinisa ha dilapidato occasioni incredibili nell'ultimo mese, perdendo troppi punti con squadre modestissime tecnicamente. I successi contro Sampdoria e Frosinone sono stati solo illusori. Continuare con un progetto tecnico-tattico così limitante potrebbe non essere la mossa giusta. La rosa rossonera non è la migliore della Serie A, certo, ma è innegabile che il lavoro dell'allenatore serbo ha fatto poco per dare quel qualcosa in più che gli si chiedeva. Un qualcosa che, Donadoni, cuore rossonero, libero in estate ma non considerato dal club, ha subito fornito ad un Bologna in totale disarmo prima del suo arrivo.

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