In quel di Conversano i ricordi sono come le mitiche ciliegie del direttore Oronzo Marangelli: uno tira l’altro

di GIO.CA — “Di prugne mangiane solo una, di ciliegie quanto ce ne vanno nella pancia”: chiaramente la traduzione del proverbio dal dialetto perde efficacia, ma serve a rendere bene l’idea. Nel 1959 al Festival di Napoli una famosa Gloria cantava: “mo’ ch’è ‘o tiempo d’ ‘e ccerase, tu mme vase… sì cerasa e sì limone…Cerasella…”. Pianta da frutto della famiglia Rosacee, sotto-famiglia Prunoidee, originaria dell’Asia Minore. Quando studiavamo Scienze al liceo il massimo produttore mondiale di questo frutto erano gli Stati Uniti, ma notare che oggi gli Americani quando vedono le ciliegie sembrano mangiare qualcosa di ‘mai gustato prima’ ci fa dubitare dei ricordi e della serietà dei nostri studi… o dei libri e per me sarebbe un doppio colpo. (Messaggio per gli addetti ai lavori) Le ciliegie sono un frutto che accontenta ogni esigenza e va consumato appena colto, altrimenti si fanno delle ottime marmellate, dei gustosi liquori e alcune specie sotto alcool sono un ‘nettare’. Non va dimenticato che il legno del ciliegio è perfetto per gli strumenti musicali a fiato e in falegnameria si costruiscono mobili di gran pregio.

La ciliegia sta a Conversano come il direttore Oronzo Marangelli sta a Mario Cavalli. In questo periodo Marangelli era solito portare delle ciliegie da dividere fra i nostri dipendenti con una richiesta precisa: che il suo giornale “La voce pugliese” poi diventato “La voce del Mezzogiorno” uscisse prima del “Meridionale”, il giornale curato dall’ avv. Alberto Margherita. Era una sana rivalità tra un gentilissimo avvocato abituato ad essere riverito ed omaggiato ed un rampante, geniale giornalista che con grande umiltà e sacrificio aveva scommesso su se stesso per costruirsi un futuro in linea con i suoi sogni. Mario Cavalli, con il garbo e la pazienza che tutti gli riconoscevano, mediava fra i due e spesso li portava a pranzo a casa, dove mia madre aveva sempre pietanze pronte per accontentare chiunque. Mai mia madre ha detto a mio padre “mi dovevi avvisare prima”, “come faccio”, “portali presso qualche ristorante”, in questa affermazione non vi è alcuna polemica latente, ma è una semplice constatazione rivolta al futuro. Le crostate di mia madre con le amarene che portava il direttore Marangelli hanno viaggiato per tutta l’Italia. Non ho la presunzione di dire bei tempi, ma penso di poter dire che erano tempi di grande partecipazione emotiva ed ognuno faceva la sua parte… pensando a rendere più belle le proprie ciliegie, senza denigrare quelle del suo vicino ed accettando il sereno verdetto del palato: quella giustizia oggi latitante in molti casi e situazioni. (‘Quando la giustizia si ecclissa, la vita degli uomini sulla terra non ha più valore’ Kant… che ti passa!)

In questo clima ben vengano tutte le feste dei Sapori e la festa delle ciliegie dal 2 al 5 giugno in quella Conversano famosa per le Mura megalitiche, per il Castello normanno, per la Cattedrale romanica, per la chiesa di San Benedetto, per il convento di S. Maria dell’Isola, per Villa Lucia, per Telenorba, per i Montrone e Magistà.

Oronzo Marangelli è stato il primo a credere nelle doti di quel ragazzo bruno, non alto, abile nello scrivere e nell’eloquio, da sempre proteso verso il “fai di tutto di più”. Una ciliegia d’oro di nome Vincenzo Magistà.

Nonostante le avverse condizioni atmosferiche delle ultime settimane abbiano danneggiato una buona parte del raccolto il comitato per la valorizzazione dei prodotti agricoli “Sapori in Conversano” ha ritenuto che la festa delle ciliegie dovesse svolgersi regolarmente ai primi di giugno con un sontuoso programma e con una originale innovazione: una passeggiata a cavallo di cui vorrei sapere qualche dettaglio in più.

Molto suggestiva sarà la ciclo-pedalata del 4 giugno tra ciliegeti e siti rurali, mentre in serata in Anfiteatro ci sarà il “Talent Festival Conversano” con l’esibizione di artisti locali. Domenica vi è un gran finale con “Moda sotto le stelle” e forse sarà eletta, ho detto forse, MISS CILIEGIA 2016 vestita, o meglio ricoperta, di sole ciliegie ma di qualità diverse in modo da avere sfumature di colori. Chi ha visto le prove definisce di grande impatto lo spettacolo itinerante musicale ad opera degli “Aria Corte”. La Cooperativa Armida con l’ausilio della Pro-Loco garantirà per tutti i quattro giorni visite guidate al centro storico ed ai monumenti per la serie: la bellezza quando si occupa di cultura è ancora più bella. Fra i ristoratori vi è una gara a chi preparerà il piatto più gustoso a base di ciliegie… già si parla di un “calzone” che ha l’enorme vantaggio che l’alito sarà da baci più che da… mordi e fuggi. A tal proposito nel lontano 1973 - è sempre una pericolosa avventura parlare di date, ma ho dei riferimenti personali che mi autorizzano a rischiare - il piccolo grande direttore Oronzo Marangelli, definizione di Aurelio Papandrea che trova riscontro nel “Dizionario della parlata conversanese” di Pasquale Locaputo nel detto: “Attinde è curtecidde, pàrene sande ma sòu diàvele”, decise di portare ad una riunione presso la Fiera del Levante una torta ‘elaborata’ da mia madre a base di ciliegie. Questi grosso modo gli ingredienti: Pan di Spagna fatto in casa, sostituendo nella ricetta originale il burro con l’olio di oliva, la cui caratteristica era una vaniglia particolare adoperata per aromatizzare, una crema artigianale nel cui interno venivano sparse, private del nocciolo, ciliegie bigarreau moreau, il tutto era spruzzato con liquore di ciliegie, in ultimo la torta era guarnita nella parte esterna con ciliegie ferrovia alternate a ciliegie sotto alcool, messe a scolare per circa 50 minuti prima della messa in opera, disposte in cerchio a partire dall’esterno fino all’interno che terminava con una sola ciliegia centrale. Sono troppo parte in causa per dire, confermata dai tanti che l’hanno assaggiata, che fosse ottima, ma il direttore Oronzo disse Don Mario: “si sono leccati le dita” in puro dialetto di Conversano… Locaputo nel tuo volume mancano le ciliegie. Come mai il tuo editore non ti ha fatto notare questa grave mancanza? Mi meraviglio di Tony Prayer che ha illustrato il libro ricordandosi delle olive e dimenticando l’oro rosso. Gianni assolve tutti, Oronzo avrebbe fatto uno dei suoi proverbiali ‘cazziatoni’, temuti dai colleghi giornalisti più che dai collaboratori di casa Levante, i quali sapevano che il direttore era solito farsi ‘perdonare’ con piccoli doni e attendevano con pazienza e ‘curiosità’ che gli eventi rientrassero nella normalità.

È giunto il momento di dare un cognome alla Gloria di cui sopra: Christian, artista di buona fama di mezzo secolo fa che ci permette di ricordare che “con le ciliegie si fa l’AMAREna e si diventa forti, senza ciliegie si perde la forza e non si può AMAREnanananana”. Chi vuole una spiegazione per questo ‘calembour’ dimostra di non aver capito lo ‘spirito’ che sprigionano le ciliegie e come tale è un ‘povero di spirito’.

Per dimostrarvi che sono una persona ‘seria’ e non mi piace fare il burattino - Locaputo e il suo Dizionario ancora una volta vengono a sostegno “a mé non me pièsce a fè u precenèdde” - vi racconto quello che dieci lustri fa raccontava il direttore Oronzo Marangelli a tutti gli operatori economici e i politici che incontrava nel suo peregrinare nella veste di giornalista che amava la sua terra, si tratta di un proverbio che può essere facilmente compreso da tutti e, mi piace crederlo, coloro che hanno organizzato questa sagra delle ciliegie stanno mettendo in atto: “Turismo e agricoltura richiedono molta cura, ma possono farti fiorire i sassi sotto i passi”. Senza gli esempi i proverbi sono una cosa inutile: festadelleciligieconversano@gmail.com.

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