Agricoltura, "Il crollo del prezzo del grano danneggia il settore"

BARI - Di seguito, una nota del Presidente del Gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis. “Il crollo del prezzo del grano duro corrisposto ai produttori, in caduta libera ormai da anni, è arrivato a una soglia di non ritorno, al punto da minacciare seriamente un intero comparto su cui si regge l’economia della Puglia e della provincia di Foggia in particolare. Solo dall’inizio del 2016, si è dovuta registrare infatti la perdita del 30 per cento del valore della produzione. Ed al di sotto dei 30 euro al quintale, come rilevato e ripetutamente denunciato dalle associazioni di categoria e dagli addetti ai lavori, è impossibile sostenere i costi di una produzione che caratterizza da sempre la nostra regione per quantità,qualità ed eccellenza, risultati non certo sporadici e figli del caso, ma ottenuti attraverso ingenti investimenti anche e soprattutto nella ricerca e nelle nuove tecnologie. Ma in particolare nelle ultime settimane stiamo assistendo a una incredibile corsa al ribasso ben lontana da qualsiasi logica di sana contrattazione, e l’abbondanza del nuovo raccolto, la concomitante presenza sul mercato delle riserve ancora non smaltite e la massiccia importazione dall’estero, rappresentano una miscela esplosiva che rischia di far deflagrare l’intero sistema e comparto. Una drammatica emergenza che rischia di produrre un effetto domino, perché se i diretti interessati rinunciano alla semina, oppure continuano nonostante le pesanti incognite e in un contesto così delicato ma riducendo gli investimenti per reggere sul mercato, saranno i consumatori alla fine a essere penalizzati, così come il made in Italy che rischia di rimanere un mero brand svuotato di qualsiasi contenuto nell’agroalimentare. Ecco allora che, nell’eterna attesa di un Piano Cerealicolo sempre in dirittura d’arrivo ma con l’ipotetico traguardo che viene poi sistematicamente spostato in avanti, il Governo nazionale e quello regionale sono chiamati a intervenire a supporto dei produttori, schiacciati e travolti dal peso e dalle condizioni imposte dalle industrie di trasformazione. Servono un sostegno istituzionale autorevole in grado di aumentare il peso specifico dei produttori e delle organizzazioni di categoria di fronte a una controparte così rigida, la riorganizzazione dell’intera filiera e interventi di ristoro in difesa della redditività degli agricoltori seriamente minacciata e prossima all’estinzione, e una decisa accelerazione per la stesura e comunicazione di un nuovo piano nazionale di settore. Per evitare che il ‘Granaio d’Italia’ diventi uno sbiadito ricordo, e l’agricoltura italiana e pugliese perdano un pilastro senza il quale il resto sarebbe destinato inevitabilmente a crollare: un’ipotesi che l’assessore al ramo Di Gioia e il presidente Emiliano devono assolutamente scongiurare”.

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