“Salviamo Leuca!”, al via petizione popolare

di FRANCESCO GRECO - S. MARIA DI LEUCA (Le). Lì dove nell'antichità nuotava libera e felice la sirena Leucasia, l’ennesimo stabilimento balneare, di quelli che poeticamente chiamano “lidi”.
 
Siamo a Leuca, fra il Ponte dello Scalo  e lo Scaletto, sulla Punta Ristola, superbo promontorio di scogliere che formano  la cresta di un gallo, dove avverti l'alito caldo del mito e si affaccia la grotta Porcinara (o Portinara), le cui pareti sono costellate dagli ex voto al dio Baath di marinai scampati alle tempeste.
 
Il Comune  è pronto a concedere ai privati un altro pezzo di costa e di costiera pubblica, impedendo ai cittadini  l'accesso al mare. Tutto ciò renderà volgare il paesaggio, lo distruggerà. Non si vedrà più la scogliera che selvaggia arriva al mare, con bagnanti discreti e passanti rapiti dalla bellezza, ma  ferraglie, vetroresine non rimosse a fine stagione.
 
E' il nostro tempo: grufoliamo nella bruttezza, asserviamo la bellezza al business. Leuca oramai è solo “lidi”. Se passeggi per il lungomare Cristoforo Colombo non c’è più scogliera o spiaggia. Accozzaglia di stili, di contenitori privi di qualunque progettazione che crei armonia anche per allestimenti stagionali. Roba oscena, lontana dall'eleganza e l'affollamento semantico di quello di Venezia narrato da Thomas Mann.

I turisti sono sul chi vive, accusano chi ha dato le concessioni: “Non riusciamo a vedere il mare, scogliera libera, non privatizzata, ne è rimasta poca e di tutto si sente il bisogno, meno che di un altro lido...”.
 
In questi ultimi decenni “la bianca del Sud” ha subìto un'aggressione devastatrice spaventosa, come ordita dalla mano di un genio del male, è irriconoscibile: vie inutili, alcune cieche, pezzi di spiaggia dati a privati per l'ormeggio di barche, un “canalone” a due passi dal mare, progetto fortunatamente bloccato, ma che potrebbe riprendere, perché il sindaco Santo Papa teme la penale, ma nulla dice a proposito del suo impegno politico in campagna elettorale che prometteva di sospendere i lavori. Di uno che a proposito della 275 a 4 corsie dice “La prima pietra a Leuca” ci si può fidare?
 
Per contrastare la “politica” aggressiva verso i beni naturali, nasce un comitato di forestieri (come amano definirsi per riprendere il significato di “chi viene da fuori” e non turista o straniero), fatto anche di persone che hanno scelto di prendere casa in Salento.
 
La loro mission è: “Il paesaggio è un bene che appartiene a tutti e rappresenta un'identità del territorio naturale e culturale. Difendiamo la bellezza del paesaggio”.  Con questo slogan è partita la petizione popolare: tutti possono firmare “per fermare lo scempio che minaccia le coste di Leuca”. Basta andare sul sito www.firmiamo.it. Ma sarà possibile anche la firma cartacea, ai banchetti che si stanno organizzando.
 
Il comitato vanta nelle sue file personalità e figure tecniche, coordinato da un’antropologa parigina che ha girato il mondo studiando terre e popoli e che ha preso casa a Giuliano (con Salignano e Leuca frazioni di Castrignano del Capo).
 
Il progetto è stato depositato in Comune da un commercialista, per conto di un imprenditore turistico che ha già altri investimenti in loco. Su quella stessa area, dove lo sguardo si perde all'infinito e il tramonto è uno spettacolo che invita al silenzio, avrebbe dovuto essere collocato il monumento al marinaio, opera di Antonio Pizzolante, un progetto vecchio di trent'anni che era stato affidato al generale Paolo Caccia Dominjoni, eroe di El-Alamein.  
 
Diatribe e invidie di paese fra Comune e Associazione Marinai hanno fatto cambiare in corsa sia l'artista (con un concorso di idee) che il sito: dalla Ristola alla rotatoria che guarda il porto. Al momento però è tutto sospeso.
 
Un altro “lido” a “Finibus Terrae” sarebbe letto come l'ennesimo attentato alla bellezza, uno “stupro” della sua anima mediterranea, la traccia del passaggio dell'homo vulgaris che vede la bellezza come un fatto privato. Non solo la “ruba” con arroganza a tutti noi, ma quando essa è imprigionata, perde il suo potere magico e parafrasando il grande Dostoevskij, non salverà più il mondo, ma lo dannerà.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto