Berlino, è caccia a un tunisino espulso

di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO - I corpi delle vittime dell'attentato di Berlino sono stati recuperati e presto verranno eseguiti i test del DNA, l'unico modo per poterli identificare. I parenti di Fabrizia Di Lorenzo, la giovane italiana dispersa, sono arrivati a Berlino in attesa di notizie certe.

La ragazza, trasferitasi in Germania qualche anno fa per lavoro, era attesa a Sulmona (paese d'origine) per le festività natalizie e la sera della strage si trovava tra i mercatini. Il suo cellulare e altri effetti personali sono stati trovati sul luogo della tragedia.

La Farnesina teme il peggio anche se il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha dichiarato che le indagini sono in corso e che nulla è certo. Il presidente della Repubblica Mattarella esprime tristezza e cordoglio per le vittime e per la giovane connazionale. Mentre a Roma è stato aperto un fascicolo di indagine su quanto accaduto in Germania e si presume che oltre alla Di Lorenzo ci siano altri due italiani coinvolti.

(ANSA/EPA)
L'attentatore di Berlino forse ha un nome e potrebbe essere un magrebino colpito da un provvedimento di espulsione. Secondo Der Spiegel online la polizia sta cercando un tunisino di 24 anni, Anis A, in Italia dal 2012.

In particolare il sito precisa come "sotto il sedile del guidatore" del Tir "gli inquirenti hanno trovato un documento di espulsione" emesso per "un un cittadino tunisino di nome Anis A., nato nel 1992 nella città di Tataouine". Il sospetto comunque "sarebbe noto anche con due altri nomi".

Continua dunque a ritmi serrati la caccia all'uomo in Germania e in tutta Europa, dopo la strage di lunedì sera, quando un camion ha invaso a tutta velocità un mercatino di Natale, facendo almeno 12 morti e 48 feriti.

Vi è anche una giovane italiana tra i dispersi, Fabrizia Di Lorenzo, 31enne di Sulmona, il cui cellulare è stato ritrovato sul luogo dell'attacco. L'attentato è stato rivendicato dai jihadisti del gruppo dello Stato islamico attraverso l'agenzia Amaq.

Il richiedente asilo pachistano che era stato arrestato dopo la strage perché sospettato di esserne l'autore, è stato rilasciato dalle autorità tedesche. "I test forensi eseguiti finora non hanno fornito indicazioni sulla presenza dell'accusato nell'abitacolo del camion durante l'attacco", ha reso noto la procura.

L'autore della strage sarebbe quindi ancora in fuga. "Una o più persone", "con un'arma", forse quella usata per uccidere il pilota polacco del camion, ha sottolineato il capo della polizia di Berlino Klaus Kandt, che non esclude la possibilità della presenza di un commando. Quanto alle vittime, sei sono state identificate come cittadini tedeschi. Dei 48 feriti, 14 stanno lottando tra la vita e la morte, secondo il ministero dell'Interno.

Intanto, l'allerta in città resta ai massimi livelli e le misure di sicurezza sono state rafforzate. Così come, con il passare delle ore, è aumentata la pressione politica sulla cancelliera Angela Merkel, che ieri ha confermato la sua linea sull'accoglienza dei migranti in Germania. "Questi sono i morti di Merkel!" ha tuonato Pretzell Marcus, uno dei leader del partito della destra populista Alternative per la Germania (AFD), che da sempre tiene una linea dura sulla questione dei migranti.

Secondo Frauke Petry, di Afd, "la Germania non è più sicura" di fronte al "terrorismo dell'islamismo radicale", almeno da quando la cancelliera ha aperto il Paese nel 2015 a 900.000 migranti in fuga da guerre e povertà (circa 300.000 sono poi arrivati nel 2016). Accuse che il ministro dell'Interno Thomas de Maizière ha definito "odieose" alla Bild.

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