S&P, pm Trani chiede condanne fino a 3 anni per imputati. L'agenzia di rating, "accuse non provate"

TRANI - Il pm di Trani Michele Ruggiero ha chiesto condanne tra i due e i tre anni di reclusione per i cinque imputati nel processo a Standard and Poor's. L'accusa è di manipolazione aggravata e continuata del mercato.

Il pm ha anche chiesto che l'agenzia di rating -- imputata in base alla legge 231 sulla responsabilità delle aziende per reati ascritti a propri manager e che respinge le accuse -- sia condannata al pagamento di una multa da 4,6 milioni di euro.

In merito ai downgrade dell'Italia a opera di S&P negli anni scorsi, il pm nella sua requisitoria ha detto che "dare quei dati falsi è da criminali", parlando di "menzogna e falsificazione" e sostenendo che non c'erano i presupposti per declassare l'Italia perché "stava messa meglio di tutti gli altri (Paesi) in Europa".

L'accusa è che S&P abbia "diffuso intenzionalmente ai mercati finanziari quattro report contenenti un'informazione tendenziosa e distorta sull'affidabilità creditizia e le iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano".

S&P è accusata di manipolazione del mercato per i downgrade dell'Italia degli scorsi anni. L'inchiesta -- che in un primo momento ha visto coinvolte anche Moody's (per cui poi i pm avevano chiesto l'archiviazione) e Fitch (finita in due processi paralleli) -- cerca di far luce su oscillazioni di Borsa ritenute anomale tra il 2010 e il 2012, prendendo il via da un esposto di Adusbef e Federconsumatori.

S&P, "NESSUNA PROVA SU ACCUSE" - Nessuna di queste accuse è stata dimostrata da prove degne di questo nome. Nessun testimone, neanche quelli del pubblico ministero, hanno avvalorato queste tesi. E' quanto sostiene in una nota l'agenzia di rating.

Inoltre, - prosegue - le udienze hanno ripetutamente dimostrato che le analisi di Standard & Poor's sono state coerenti con le valutazioni pubblicate dalla Banca d'Italia e dalle maggiori istituzioni sovranazionali, e più volte hanno mostrato la solidità dei nostri processi di rating. Le accuse contro Standard & Poor’s si basano su una cattiva interpretazione del normale dibattito analitico, fondamentale per il nostro processo di rating, e da una visione revisionista delle difficoltà macro-economiche in cui versava l'Italia durante la crisi dei paesi dell'Unione Europea.

Siamo fiduciosi che la Corte ci darà ragione, scagionando Standard & Poor's e i suoi dipendenti.

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