Ny Times, anche il nuovo Muslim ban di Trump è illegale VIDEO

Il New York Times ha pochi dubbi in merito: anche il nuovo ordine esecutivo del presidente Donald Trump che vieta l’ingresso in America ai cittadini di sei Paesi a maggioranza musulmana continua a essere illegale. A scriverlo il prestigioso quotidiano newyorchese. “Continua ad avere un fondamentale e fatidico difetto: rappresenta una discriminazione religiosa contro la legge”, scrive appunto il quotidiano.

Nonostante sulla carta il nuovo documento abbia eliminato alcuni elementi che avevano portato il vecchio ordine, quello del 27 gennaio, ad essere bloccato da una corte d’Appello, continuano a esserci dei passaggi centrali contrari alla costituzione. Come funziona? Per sommi capi, il nuovo bando sarà attivo dal prossimo 16 marzo e vieta l’ingresso per tre mesi ai cittadini di Iran, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Libia. Questa volta vengono esclusi i cittadini dell’Iraq, Paese definito dal segretario di Stato, Rex Tillerson, un importante alleato.

Inoltre potranno entrare le persone provenienti dai sei Paesi che hanno già un visto o una green card, cosa che prima non era permessa. Infine l’ordine sospende l’arrivo di rifugiati per i prossimi 120 giorni, inclusi quelli siriani, che però nel precedente erano bloccati per sempre. Infine, entrando in vigore nei prossimi dieci giorni, non dovrebbero esserci i problemi negli aeroporti causati da quello del 27 gennaio, che venne messo in atto senza alcun preavviso.

Quindi, nonostante questi cambiamenti “siano importanti – scrive il ‘New York Times’ – non risolvono il problema centrale dell’ordine esecutivo: l’amministrazione porta avanti un assalto a tutto campo contro l’Islam e i musulmani. Questo perché le discriminazioni nei confronti dei musulmani e l’intolleranza restano in questa versione rivista. L’ordine continua a essere applicato solo a Paesi a maggioranza musulmana”. Inoltre vengono esclusi Paesi a maggioranza cristiana come la Colombia, il Venezuela e le Filippine, definiti dal dipartimento di Stato “luoghi sicuri per i terroristi”.

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