Inchiesta sul 'Twiga Beach' di Briatore. M5S: "Avevamo denunciato per tempo, Procura conferma nostri dubbi"

LECCE - La Procura di Lecce ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di abusi edilizi in località Cerra, nel territorio di Otranto, dove dovrebbe sorgere il locale extralusso 'Twiga Beach Club'.

Sotto l’attenzione della magistratura diversi casi di presunti abusi edilizi sul litorale otrantino.

“Per noi non è una sorpresa l’inchiesta della Procura sul 'Twiga Beach Club' a marchio Flavio Briatore. Durante un sopralluogo effettuato lo scorso settembre avevamo già segnalato pubblicamente come lo stato dei luoghi non rispettasse le prescrizioni imposte dal permesso edilizio che comportavano l’obbligo di non alterare l’andamento morfologico del tratto costiero. A distanza di qualche mese, con l’avvio delle indagini da parte della magistratura, apprendo che la nostra non era una semplice impressione.” Lo afferma il consigliere del M5S Cristian Casili, commentando le notizie di stampa sull’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Lecce in merito alla concessione di diversi permessi edilizi rilasciati dal Comune di Otranto tra cui quello per il Twiga Beach Club.

Il vicepresidente della V Commissione Regionale Ambiente nel corso del sopralluogo,  assieme agli agenti del Corpo Forestale dello Stato in località Cerra,  aveva denunciato come l’opera ricadesse su uno dei tratti più suggestivi della scogliera idruntina, a poca distanza dalla Grotta Monaca e ricadente in area sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, nonché tutelata dal PPTR.

“Nonostante questo - continua Casili - la società iniziò i lavori, forte di un permesso a costruire che fu rilasciato in assenza del parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggio, poiché non pervenuto nei termini di legge. Ringrazio la Procura che si è dimostrata ancora una volta attenta alla salvaguardia delle bellezze paesaggistiche del nostro territorio. Lo scenario che appare oggi sul cantiere è raccapricciante, con l'inserimento di nuove strutture a pochi metri dalla storica masseria, e la cui amovibilità è quanto mai discutibile vista la presenza di sottoservizi e delle opere a supporto delle stesse. Anche qui occorrerà porre molta attenzione, senza contare la ferita con l’ambiente circostante caratterizzato da una vegetazione tipica dei paesaggi costieri che qui sarà sostituita da una rozza combinazione di materiali, luci e piante che cancelleranno per sempre la magia di uno dei tratti di costa più suggestivi. Strutture come il Twiga banalizzano il paesaggio, la cui bellezza naturale è il vero valore aggiunto che attrae nel Salento numerosi turisti. Quando questa terra perderà i suoi tratti distintivi, la sua autenticità e vocazione, verranno meno anche i flussi turistici”.

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