Colacem, Casili: "Serve monitoraggio periodico per avere dati certi sugli inquinanti dispersi nell’ambiente"

BARI - “Su Colacem sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Uno di questi, di fondamentale importanza, riguarda la tracciabilità dei rifiuti che il cementificio utilizza per la combustione. Servono maggiori controlli”. Lo dichiara il consigliere del M5S Cristian Casili in vista della conferenza di servizi che dovrà decidere sul rilascio dell’AIA per il cementificio con sede a Galatina.

“L’informazione sull’origine delle ceneri utilizzate nel processo produttivo è un nodo ancora da sciogliere - incalza il pentastellato - perché Colacem, a quanto pare, non effettua controlli frequenti sulla non pericolosità delle ceneri che giungono dalla centrale a carbone Enel. Difatti è a quest’ultima che sono affidate le analisi e le certificazioni sulla sicurezza delle ceneri ed è evidente che il controllato non possa essere allo stesso tempo controllore".

Casili ricorda come siano diverse le questioni attualmente sul tavolo, tra queste la necessità di provvedere ad un monitoraggio periodico, non più esclusivamente affidato all’azienda, che consenta di dare delle risposte certe sugli inquinanti dispersi nell’ambiente.

“La Cementir - continua il vicepresidente della V Commissione Ambiente - ha assicurato che realizzerà la copertura del carbonile. È sicuramente un impegno importante, ma oltre a essere tardivo, deve conciliarsi con tempi di realizzazione celeri e, i quattro anni annunciati, sono decisamente troppi. La salute è una priorità a lungo trascurata e che adesso non può più aspettare. La gravità della situazione sanitaria del comprensorio di Galatina, che coinvolge una pluralità di paesi come Zollino, Corigliano, Martano, Melpignano, Cutrofiano, Soleto e Sogliano, impone interventi concreti e immediati”.

Nel febbraio 2016, in occasione della presentazione del Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce, il direttore del dipartimento di prevenzione della Asl locale, Giovanni De Filippis, aveva evidenziato la necessità di analisi specifiche a tutela della salute della popolazione che vive nelle province investite dal particolato primario e secondario del cementificio Colacem di Galatina, oltre che della centrale termoelettrica di Cerano e dell'Ilva. In pratica Galatina, con le dovute proporzioni, è considerata a tutti gli effetti un polo industriale fonte di emissioni importanti, al pari di Brindisi e Taranto, dove sorgono due tra i più grandi stabilimenti d’Italia e d’Europa.

“Per questo - prosegue Casili - servono studi, monitoraggi e analisi che diano dati aggiornati sugli elementi inquinanti riscontrati anche nelle aree attigue alla Colacem, dove sorgono altre industrie. Infine - conclude - la Regione Puglia faccia chiarezza quanto prima sul nuovo piano energetico regionale e sul definitivo abbandono del carbone”.

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