Arcelor Mittal taglia 4000 dipendenti Ilva

di PIERO CHIMENTI - La InvestCo che ha rilevato l'Ilva, per rilanciare l'azienda siderurgica siderurgica, ha preparato un piano di rilancio nazionale che prevede il taglio di 4000 lavoratori, attestando a circa 10mila il numero di chi verrà riconfermato, con Taranto che potrà contare di circa 7600 addetti.

Il Governo ha assicurato che chi sarà incluso nel taglio verrà coinvolto nell'attività di ambientalizzazione dell'impianto di Taranto che si trova in gestione straordinaria.

BORRACCINO: 'SCENARIO NEFASTO PER TARANTO' - Nota del consigliere regionale Mino Borraccino, presidente della seconda commissione (Affari Generali e Personale) del Consiglio regionale della Puglia.
“Dopo gli undici Decreti, con i quali il Governo ha prorogato i termini per la realizzazione degli interventi di ambientalizzazione della fabbrica e ha separato la valutazione sanitaria dall'Autorizzazione Integrata Ambientale, scopriamo la drammatica realtà per i lavoratori, contenuta nel piano industriale di Arcelor Mittal. L'acquirente indiano, infatti, prevede 4000 esuberi, di cui 3600 a Taranto, per i quali vi è solo un impegno generico di futura assunzione in una società esterna che dovrebbe occuparsi di lavori di ambientalizzazione.
Un danno gravissimo per il reddito di migliaia di famiglie e per il futuro economico Tarantino e non solo. La promessa di riassumere, non si sa quando, queste migliaia di dipendenti, con nuovi contratti, significa anche qualcos'altro: l'eventuale assunzione avverrebbe con il "JobsAct", e quindi tutti quei lavoratori dovranno rinunciare ai diritti fino ad oggi maturati, per essere assunti con la formula che prevede la possibilità di venire poi, successivamente, licenziati senza giusta causa, ricevendo in cambio qualche mensilità.
Questo scenario nefasto, qualora il Governo consenta che le cose vadano così come indicato dal nuovo acquirente della fabbrica, produrrebbe, oltre al gravissimo danno economico immediato, già detto, anche un precedente pericolosissimo per tutti i lavoratori dell'Ilva. Il sospetto è che, successivamente, in conseguenza di nuove modifiche dell'assetto aziendale, si possano "proporre" nuovi contratti a tutti i lavoratori (cosa già vista in questi anni per molte situazioni in Italia), avviando così, di fatto, un'enorme precarizzazione di tutta la forza lavoro e consentendo alla proprietà di svincolarsi in qualsiasi momento dalla fabbrica tarantina e dai suoi dipendenti".

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