Rifiuti a Cerignola, la Cia: "E' una bomba a orologeria"

CERIGNOLA (FG) – “Siamo al disastro ambientale, occorre che le istituzioni facciano rimuovere al più presto le circa 800 tonnellate di rifiuti, in avanzato grado di decomposizione, che l’Amministrazione comunale di Cerignola ha fatto depositare all’Interporto”. E’ questo il grido d’allarme degli imprenditori agricoli cerignolani raccolto da CIA Agricoltori Italiani di Capitanata.

“Da più di 20 giorni, al centro di un’area dove insistono coltivazioni d’eccellenza del tessuto agroalimentare cerignolano, enormi cumuli di rifiuti di ogni tipo sono stati abbandonati a fermentare sotto il sole, con rischi crescenti per la salute dei cittadini e quella degli agricoltori e dei lavoratori agricoli in particolare, esposti più da vicino agli agenti inquinanti sprigionati da un’enorme discarica a cielo aperto”, ha dichiarato Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Agricoltori Italiani di Capitanata. Il caldo di questi giorni sta agendo. Al rischio rappresentato dai liquami e dalle sostanze liberate dai rifiuti, si unisce il pericolo sempre più consistente di incendi dovuti all’autocombustione. Il sito è stato posto sotto sequestro, ma questo certamente non risolve il problema rappresentato dalla presenza così massiccia di rifiuti di ogni tipo a poca distanza dai campi coltivati e dalla presenza di persone che lavorano tutti i giorni in quella zona.

“CIA Agricoltori Italiani della Capitanata non entra nel merito delle responsabilità e delle polemiche politiche che riguardano questo vero e proprio disastro, ma una cosa è certa: la situazione non è sostenibile, occorre porvi rimedio, è necessario che le istituzioni a tutti i livelli si facciano carico di un problema che interessa direttamente la salute di migliaia di persone, oltre che l’economia di un comparto, quello agricolo, che fa di Cerignola una delle prime città italiane per produzioni d’eccellenza”, ha aggiunto Ferrandino.

“La situazione dell’Interporto è una bomba a orologeria: bisogna disinnescarla quanto prima, scongiurando il pericolo che quella montagna di rifiuti crei altri disastri e danni irreparabili”, ha concluso Ferrandino.

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