Arte: quelle radici che spuntano dalla nostra anima

di FRANCESCO GRECO - SPECCHIA (LE) - Gli basta uno sguardo per immaginare cosa potrà nascere, lavorato dalle sue abili mani, da quel ramo d'ulivo caduto dalla rimonda, una radice spuntata dalla terra, o dai muretti di pietre a secco.
 
Il resto è pazienza, ore e ore chino a lavorare, nel silenzio della sua cantina-laboratorio, a Specchia.    Nascono così opere d'arte uniche, affascinanti, sorprendenti, che in tanti ammirano.
 
Tommaso Fiorentino ha fatto l'emigrante per 16 anni in Svizzera quando ancora non si era sposato. Poi ha incontrato Rosanna e ha messo su famiglia. Dal loro amore sono nati tre figli: Luigi (sposato con Mara Soldati) lavora a Novara, Mina sposata a Tricase con Vito Cavalieri e Daniela, musicista ("Cross Away") vive a Milano e l'8 settembre si è sposata con Fabio Bagnato.
 
L'arte è da sempre un mistero. La sua genesi è inspiegabile. Tommaso non ha frequentato accademie se non quella della vita. Con Rosanna coltiva la vigna e l'uliveto, cura l'orto.
 
Il suo sorriso aperto, sincero, dice tutto di lui. l'uomo, l'artista. Parlarci è piacevole, conosce tutti o quasi i segreti della natura, le piante, gli animali, il mondo contadino che lo svezzò nell'altro secolo e con cui vive in un intenso rapporto dialettico, di fertile osmosi.
 
Dalle sue mani nascono serpenti e maschere apotropaiche, divinità di altre culture, una tartaruga, persino una sedia a dondolo: nella sua cantina-museo (impregnata dall'odore del pane che cuore nel forno di famiglia) si può vivere un viaggio emozionante nel tempo e nelle culture più lontane, di ieri e di oggi, uscirne storditi.
 
"Intravedo qualcosa di particolare che la natura ha creato, le sue armonie - spiega così il suo concept estetico e artistico - e lo metto in evidenza nei pezzi unici...". Le forme sono già lì, le sue mani fanno il resto. L'impregnante poi rende le opere più belle.
 
Lo sfondo della sua arte può richiamare vagamente il cubismo, o anche le illustrazioni di Gustavo Dorè (Divina Commedia), echi di Salvador Dalì. C'è un "Inferno" bellissimo, lo sgomento è lo stesso dell'"Urlo" di Edward Munch davanti all'orrore, all'abisso, alla perdizione.
 
Un giorno era al mare con Rosanna quando dalle onde di Lido Marini spuntarono sulla spiaggia dei pezzi di legno molto leggeri, facili da lavorare: se li portò a casa e ne nacque un'opera. "Quando trovo un pezzo di legno che mi dice qualcosa - sorride Tommaso - lo porto a casa... Altri me li portano gli amici del paese...".
 
In un angolo ci sono radici d'ulivo e taccri (rami) in cui si mimetizzano delle forme, che aspettano solo l'input della sua immaginazione per vedere la luce e sorprenderci per bellezza e poesia. 

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