Condono, Salvini: "Conte leggeva e Di Maio scriveva, per scemo non ci passo"

ROMA - "Uno leggeva il testo e uno scriveva, verbalizzava. Chi leggeva era il presidente Conte, che ha tutta la mia stima, che sta battagliando in Europa per difendere l'Italia. Lui leggeva e Di Maio verbalizzava". Il vicepremier Salvini fa chiarezza nel corso di una diretta Facebook sulla querelle del condono fiscale e avverte che "quando ci vuole, ci vuole". "A me del condono non me ne frega niente, ma per scemo non passo. E' legittimo cambiare idea, sono pronto a riscriverlo il decreto. Ma patti chiari e amicizia lunga".

Quel decreto c'era "quei fogli sono a Palazzo Chigi, lo dico a anche beneficio degli elettori 5 stelle" e ripete più volte che "io ero in mezzo tra i due, Conte aveva i fogli e Di Maio verbalizzava con me in mezzo ma passare noi per quelli che hanno fatto il condono proprio no", avverte il ministro dell'Interno.

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