"Vi aspetto in Libano…", l’ambasciatrice Mira Daher ad Alessano

di FRANCESCO GRECO - L’invito sorprende un pò Monsignor Vito Angiuli: “La aspettiamo in Libano…”, sorride l’ambasciatrice Mira Daher Violides. Mezzogiorno è passato da qualche minuto, siamo sul piazzale del cimitero di Alessano, la giornata è tersa, radiosa, una perla incastonata nel cuore dell'inverno giusto per l'evento. Stormi di uccelli planano sulla terra di fronte appena seminata in cerca di qualche chicco. Sulla collina Montesardo è assopito in un sonno tranquillo.

Da uomo di mondo, il vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca non si scompone e sorride a sua volta ricambiando l’invito: “… e noi a Roma!”.
 
Intensa mattinata all’insegna della diplomazia, dello scambio culturale semanticamente affollato fra il Libano e l’Italia all’ombra rassicurante della tomba monumentale di don Tonino Bello e dei suoi messaggi più forti: convivialità delle differenze, pace fra i popoli, ecc.
 
L’ambasciatrice del paese mediorientale è giunta ad Alessano intorno alla 10 accolta dal sindaco Francesca Torsello (fra tre settimane sarà mamma per la seconda volta), l’assessore comunale Sara Marzo, il parroco don Gigi Ciardo, il presidente della “Fondazione don Tonino Bello” Giancarlo Piccinni, il vice Stefano Bello, i fratelli del vescovo di Molfetta, Ruvo di Puglia, Terlizzi e Giovanizzo Trifone e Marcello, i nipoti, il maresciallo dei CC Luigi Lolli, Vinicio Russo che coordina il progetto di interscambio Libano-Italia "Due popoli un solo cuore", l’ex sindaco Luigi Nicolardi, l’ing. Agostino Laganà, il sindaco di Martignano Luciano Aprile.
 
"Ascolta la donna quando ti guarda, non quando ti parla" (Gibran).
L’ambasciatrice è una ragazza bellissima, è alta, molto elegante nel tailleur grigio, gli occhi verdi, i capelli sciolti, il sorriso luminoso.

E’ accompagnata dall’addetta dell’ambasciata Marie Yaacoub e ha conquistato tutti per una viva intelligenza ancorata a un solido pragmatismo.
 
"Ho scoperto il segreto del mare meditando su una goccia di rugiada" (Gibran). Alla Fondazione ha incontrato la gente di Alessano, i bambini delle scuole e visitato la pinacoteca (oltre 300 opere, regali degli artisti a don Tonino).

Poi al cimitero le è stato mostrato il cedro donato dal sindaco di Talabaya nel 2010 al primo cittadino dell’epoca Luigi Nicolardi. "Perfino le leggi della Vita obbedicono alle leggi della Vita" (Gibran).

Forse a causa dell’angolo in ombra dove fu collocata, la pianta non è cresciuta molto. Lei lo ha notato e con prontezza di spirito e una luce di dolcezza nello sguardo ha promesso: “Ve ne manderò un altro più bello…”.

Fra la folla, sorrisi e sguardi di gratitudine, come se fra la ragazza venuta dal paese dei cedri e la gente di Terra d’Otranto ci fosse da sempre una profonda sintonia.   
 
"Il vasaio può creare la caraffa con la creta, ma non può far niente con la sabbia e la ghiaia" (Gibran).
Curiosa ha poi osservato le maestose opere donate dagli artisti e ispirate ai messaggi e le riflessioni “seminati” da don Tonino, fra cui quella di Rima Almozayyen, palestinese di religione musulmana.   
Quando è giunta alla prima nicchia vuota, la settima, ha sorriso: “Ora manca un artista libanese, ve lo manderò io…”. E Piccinni ha replicato d’istinto: “Allora lo aspettiamo…”.
 
"La forza e la tolleranza sono compagne" (Gibran). La piccola, gaia carovana ha poi raggiunto la tomba di don Tonino. Il vescovo ha informato sua eccellenza che lo scorso 20 aprile Papa Francesco vi ha sostato in preghiera. Lei si è fatta assorta, riflessiva, come se immaginasse la scena.
 
“Chiediamo al Signore – hanno pregato il vescovo, l'ambasciatrice e la folla - che accompagni il cammino dei nostri popoli e di tutti quelli che si affacciano sul Mediterraneo per costruire insieme la pace, nel solco delle parole e le testimonianze di don Tonino, Papa Francesco e tante altre personalità…”.

“Il fatto che ci siamo incontrati qui, oggi, noi libanesi e voi italiani, è un miracolo di don Tonino…”, ha sorriso Mira Daher. Poi lo scambio di inviti di cui s’è detto, ha stretto la mano a tutti, alternando l’arabo all’inglese e all’italiano. 
 
"La bellezza nel cuore di chi la brama è più sublime che all'occhio di chi la vede" (Gibran).

Intanto si lavora a un altro piccolo progetto: sulla facciata nord della cappella “F”, sarà collocata una foto del 20 aprile che ritrae Papa Francesco davanti alla folla e sarà scoperta una croce metallica su carparo, la pietra di Alessano.
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