20 anni senza Pinuccio Tatarella


di NICOLA ZUCCARO - Bari 8 febbraio 1999. E' la mattinata di un tranquillo lunedì quando dall'Ospedale delle Molinette di Torino, dov'era ricoverato per un delicato intervento chirurgico, giunge la notizia della morte di Giuseppe (Pinuccio) Tatarella. Il capoluogo pugliese (presso il quale Tatarella, appena ventenne, si trasferì dalla natia Cerignola per poter intraprendere gli studi in Legge) si ritrovò orfano di un esponente di spicco che volle fare di Bari sin dal 1979 (anno della sua elezione alla Camera dei Deputati nel Collegio elettorale che comprendeva anche Foggia nelle file del MSI) la sede di quel laboratorio politico in cui poter costruire il Centro-Destra, prima con Alleanza Nazionale e poi con Oltre il Polo.

Da fervente anticomunista, sosteneva che la maggioranza degli italiani (all'epoca) non era di sinistra. Fiero esponente del meridionalismo missino, Tatarella si impegnò tenacemente. anche mediante un'intensa attività giornalistica nel sdoganare la destra italiana dal retaggio fascista, al fine di poterla emancipare sul piano del dialogo e dell'inclusione di quei soggetti che non si riconoscevano nella relativa cultura politica. Un atteggiamento che gli valse il soprannome di Ministro dell'Armonia, durante la conduzione del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni ed in qualità di vice presidente del Consiglio dei Ministri nel primo Governo presieduto da Silvio Berlusconi, sostenuto dalla maggioranza politica del centrodestra, risultata vincitrice delle elezioni politiche del 27 marzo 1994. 

La sua prematura scomparsa privò la politica italiana di una mente pensante nel delicato passaggio parlamentare e non solo strettamente politico-partitico dalla Prima alla Seconda Repubblica. Fu assertore della tesi di modifica del sistema elettorale per l'elezione dei membri al parlamento nazionale, proponendo l'introduzione di una relativa Legge caratterizzata dalla convivenza del proporzionale con il maggioritario e che prese il nome di "Tatarellum".

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