Libri: Moretti e Levante ci riportano all’anno 1786 nel Duomo di Monopoli

di GRAZIA STELLA ELIA - Il libro a cura della professoressa Gabriella Moretti «Poesie latine, ed italiane recitate da giovani seminaristi nel Duomo della città di Monopoli nell’anno 1786. In lode del patrocinio della BB. Vergine della Madia all’Illustriss. e reverendiss. Monsignor Vescovo monopolitano F. Raimondo Fusco dedicate sotto la scorta di D.  Luigi Fino Professore delle Belle Lettere, e Maestro di quelle nel Seminario» si fregia di questo lungo titolo esplicativo del contenuto. Un libro particolare per le sue peculiarità. Un libro curato da una donna, appassionata insegnante, che ha voluto impegnarsi in un serio lavoro su un testo di oltre due secoli fa: un omaggio di giovani seminaristi della Diocesi alla Madonna della Madia, protettrice di Monopoli.

Un volume pubblicato da Levante editori di Bari nella collana ‘Puglia nei Documenti’ coordinata e diretta dalla professoressa Irene Cavalli.

Il testo del 1786, trovato per caso nella Biblioteca De Gemmis di Bari, giunge alla curatrice attraverso il Preside prof. Martino Cazzorla ed ella lavora intensamente non solo nella traduzione dei testi latini, ma anche nella compilazione di schede storiche sui vari autori, aggiungendo commenti esplicativi ai versi.

C’è da dire che soltanto chi ama profondamente le lingue classiche come il latino e il greco può avventurarsi in imprese come questa.

Sono eloquenti, in tal senso, la Prefazione di S. E. Monsignor Giuseppe Favale e la Presentazione del sacerdote Vito Castiglione Minischetti.

Segue la Nota introduttiva della Moretti, la quale espone l’iter che ha percorso per giungere alla pubblicazione di questo immenso lavoro. Dice, tra l’altro, che ha inteso intraprendere “uno studio sul testo del 1786 nell’anno in cui si festeggiava il IX centenario dell’approdo della icona della Madonna della Madia a Monopoli, città proclamata solennemente il primo luglio 2017 ‘Civitas Mariae’.

In chiusura della Nota l’autrice afferma che “il materiale è stato autorizzato alla pubblicazione su concessione della Biblioteca De Gemmis della città Metropolitana di Bari” e che ella “ha trascritto, tradotto, nel caso dei testi in latino e greco, e provvisto di note, non eccessivamente paludate, ma esplicative di strutture poetiche ed usi locali”.

Dopo le pagine dell’Introduzione, davvero ricche di notizie e informazioni relative ai seminaristi impegnati nel lavoro di composizione, si giunge ai Testi, che iniziano con i versi di Giuseppe Maggiolini, indirizzati al Monsignor Vescovo di Monopoli, Fra Raimondo Fusco. Si tratta di una poetica lode rivolta ad un frate ricco di eccezionali virtù. Seguono pagine e pagine di testi tradotti con certosina pazienza e competenza.

Da pagina 71 a pagina 123 si leggono componimenti dalle varie strutture metriche e andando avanti ci si imbatte nel capitolo Commento, in cui la curatrice commenta, appunto, le composizioni dei seminaristi, specificando l’intitolazione e il tipo di metro e chiarendo il contenuto.

Si giunge così alla Conclusione, a cui fanno seguito l’Appendice metrica, l’Elenco dei versi /emistichi virgiliani usati nel Centone di G. B. Dragone e gli Indici.

Un lavoro così complesso e composito andrebbe gratificato dagli addetti ai lavori di alta cultura classica, tanto più che Gabriella Moretti aveva già pubblicato nel 2007 il volume “A scuola con Medea”, dando prova di straordinarie doti che le consentono di lavorare in un campo nel quale pochi riescono a destreggiarsi. Molto probabilmente Moretti ha assimilato la lezione di straordinari accademici, primo fra tutti il dotto Francesco De Martino, direttore della collana in cui ha pubblicato il libro di cui sopra.

Di questo lavoro potrebbero fruire non solo gli attuali seminaristi, ma anche i liceali che studiano il latino e il greco. Sarebbe un mezzo per esplorare le specificità metriche e formali dell’antica scrittura latina e greca.

Lode, dunque, ad un’insegnante esemplare dedita a studi umanistici profondi, che la rendono una studiosa a tutto tondo.

Va pienamente condiviso quanto S. E. Monsignor Giuseppe Favale scrive nell’incipit della sua puntuale, sapiente Prefazione: “Confesso che ho provato una emozione particolare nel prendere fra le mani la bozza del volume che ora viene pubblicato e che riporta alla luce una pagina alquanto singolare della storia religiosa della nostra città”.

Trovo inoltre molto importante un altro passo dello stesso Vescovo: “Gli archivi e i fondi storici delle biblioteche devono diventare sempre più miniere da cui attingere per mantenere alta la cultura, sia civile che religiosa, di un popolo. Senza queste radici si rischia un impoverimento dell’intelligenza e del cuore!”

Per continuare sulla scia delle citazioni, ritengo opportuno riportare le ultime righe della pregnante Presentazione del Sac. Direttore Vito Castiglione Minischetti: “Come conciliare i contenuti dell’opera in questione con i tempi attuali? Semplice: L’erudizione non è un arido esercizio accademico, ma un mezzo per ingentilire e forgiare gli animi di tutti gli uomini, in particolar modo degli aspiranti al sacerdozio chiamati a diventare guide e pastori di anime, cultori e custodi della bellezza che trasuda di eternità”.

Lode, ancora una volta, alla professoressa Moretti, per la sua opera di indagine, che sa di erudizione pronta a mutarsi in insegnamento anche di vita, comprensiva di educazione ad amare quanto i nostri avi hanno lasciato in eredità.

Ammirazione alla casa editrice Levante di Bari, che orgogliosamente annovera nella sua non breve storia la pubblicazione di molti libri da considerare autentici scrigni, aperti a diffondere la cultura classica, come varie collane di cultura latina e greca possono attestare.

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