Operatore Amiu ucciso a Bari, Di Gioia: "Troppa violenza, serve un’azione vigorosa di rieducazione"


ROMA - “L’inquietante vicenda dell’operatore dell’Amiu ucciso a Bari, su cui Procura e Polizia hanno fatto piena luce, restituisce uno spaccato di violenza che deve farci riflettere. Qui siamo in presenza di un caso estremo, un omicidio, ma che arriva dopo una serie di violenze: verbali, psicologiche, fino a quella fisica. Ed è indiscutibile che questa escalation di violenze rappresenti il copione di relazioni affettive che poi si concludono con gli ormai noti femminicidi, ma anche con i sempre più frequenti maschicidi, un fenomeno che purtroppo registriamo in crescita”. E’ quanto afferma il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia, Antonio Di Gioia, in relazione al grave fatto di cronaca accaduto a Bari.

“Alla base resta che da una parte e dall’altra questi episodi, fortunatamente non sempre con un epilogo così cruento, nascono da rapporti passati più sul concetto di possesso che sull’amore”.

“Qui non è una questione di gelosia”, aggiunge Di Gioia, “il problema è voler limitare la libertà del proprio partner, anche quella, legittima, di voler interrompere il rapporto sentimentale in corso. Lo abbiamo detto più volte: in quasi tutti questi casi, sia che la vittima sia la donna che l’uomo, uno dei due partner è convinto che l’altro sia di sua proprietà. Tu sei mio e pertanto ho il diritto di controllarti, di impedirti di fare cose senza il mio permesso o, peggio, di costringerti a fare ciò che voglio io. Ed è chiaro che quando l’altro si ribella può succedere di tutto: dallo stalking alla violenza, arrivando persino a reazioni estreme come togliere la vita alla persona a cui magari, fino a un attimo prima, si è dichiarato amore”.

“Servono politiche attive di educazione all’affettività, c'è bisogno di interventi specifici di prevenzione e formazione sulla relazione affettiva e sessuale, sulla intimità”, prosegue Di Gioia. “E bisogna necessariamente cominciare educando i bambini, innanzitutto alla non violenza. In questo è fondamentale il ruolo della famiglia e il supporto di professionisti quali gli psicologi, ad esempio nella scuola”.

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