Nicola Brienza (intervista) "Il reddito di cittadinanza non è la risposta giusta per contrastare la povertà e la mancanza di lavoro"


di MARIO CONTINO - Nicola Brienza, imprenditore pugliese che ha fatto della Cina la sua seconda patria, ma sempre indissolubilmente legato alla sua terra natia, tanto da aver espresso – circa un anno fa - interesse nell'acquisto della squadra di calcio del Bari, ci rilascia una sua intervista su alcuni dei temi scottanti della politica italiana.

Oggi Nicola Brienza è candidato dal Partito democratico nella Circoscrizione meridionale delle Europee, ergo il suo parere ha un'elevata importanza in quanto, da imprenditore risiedente all'estero, egli può fornire un punto di vista differente su molte delle questioni che flagellano il Sud Italia, e soprattutto la nostra Puglia.

Diverse volte ha esposto, nel corso degli ultimi mesi, il perché della sua scelta politica, dettata principalmente dalla sua identità da "moderato di centro", speranzoso nella nascita di un nuovo e grande partito di "centro". 

Senza dunque ripeterci in domande facenti riferimento a questioni già ampliamene trattate in altri contesti, poniamo a Brienza solo tre quesiti, forse i più sentiti e discussi dal popolo pugliese.

D: Nicola Brienza a suo parere il governo giallo-verde ha operato correttamente nelle sue scelte sulla questione dell'ex ILVA di Taranto, da molti ritenuta la fabbrica dei tumori in Puglia?
R: "Per quanto riguarda l’Ilva di Taranto l’obiettivo è tutelare i cittadini anteporre le ragioni della salute a quelle del profitto chiudendo le fonti inquinanti e pensando ad una riconversione economica. Il governo giallo-verde non è riuscito a coniugare la questione del lavoro con quella dell’ambiente tradendo le promesse fatte. È importante imprimere un forte cambiamento tecnologico al complesso siderurgico con la decarbonizzazione ovvero il maggior utilizzo del gas al posto del carbone per produrre l’acciaio. I produttori di acciaio non prendono in considerazione la decarbonizzazione perché è troppo costosa, ma l’Unione europea è pronta a finanziare chi inquina meno. Non sono contro l’industria, ma voglio che si rispetti la legalità, la salute e l’ambiente e se uno stabilimento fa questo ha diritto di funzionare, in caso contrario i suoi impianti vanno fermati fino a che non vengano messi a norma".

D: Secondo lei lo Stato ha affrontato correttamente l'epidemia di Xylella che, partendo dal Salento, ha devastato intere colture di ulivi e, tutt'oggi, minaccia l'intero territorio pugliese se non addirittura l'intero territorio nazionale?
R: "Negli ultimi anni l’agricoltura pugliese è stata danneggiata dalla Xylella. Questo batterio non ha colpito soltanto l’economia, ma anche il cuore delle nostre terre. Servono 500 milioni di euro da investire per salvare il paesaggio del Salento. Il territorio pugliese ha bisogno del supporto e della solidarietà del governo nazionale e della commissione europea. Occorrono norme che consentano di velocizzare l’espianto degli oliveti infetti e la loro sostituzione con piante immuni o resistenti. Il monitoraggio delle aree infette è importante per avere un quadro certo della diffusione dell’infezione. Pretendiamo attenzione dal governo per salvare il paesaggio, l’economia, l’ambiente e la storia stessa della Puglia. Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, sta combattendo a fianco degli olivicoltori affinché vengano supportati e non lasciati soli in questa battaglia".

D: Ritiene che le misure messe in atto dal governo, come il Reddito di Cittadinanza, siano utili a porre un freno alla crescente povertà sociale, legata principalmente all'assenza di lavoro?
R: "Il reddito di cittadinanza non è la risposta giusta per contrastare la povertà e la mancanza di lavoro. Ci sono diversi punti deboli, innanzitutto non sono state considerate le differenze territoriali. Erogare lo stesso contributo quando il costo della vita è diverso, come nel Nord Italia o nel Mezzogiorno, non risponde a un principio di equità. 
C’è poi un ulteriore elemento: non si tiene conto della multidimensionalità della povertà. Spesso, purtroppo, le persone in stato di necessità non hanno solo bisogno di un lavoro, ma soprattutto di una formazione professionale, infatti una scarsa preparazione rende la persona poco «attraente» per il mercato lavorativo e anche un debole livello di istruzione, diventa un ostacolo per inserirsi nel mondo del lavoro. Serve accompagnare le persone per sollevarle dalla miseria e per ridare loro la dignità. I servizi sociali comunali con le competenze specifiche e preposti al compito di prendere in carico le persone in stato di disagio sono tagliati fuori dalla misura. 
Infine c’è un ultimo aspetto. Il reddito di cittadinanza serve per sostenere le persone nel tempo di ricerca del lavoro. Tuttavia, in un periodo di debole occupazione e senza una reale visione per la crescita del Paese, la misura rischia di diventare mero assistenzialismo, un lusso che non ci si può permettere".

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