Ludopatia online: la dipendenza inconsapevole che prolifera sul web

Recenti studi confermano che il gioco d’azzardo online è ad oggi il secondo motivo scatenante della ludopatia, preceduto soltanto dalle slot machine terrestri, da diversi specialisti considerate le cause principali dello sviluppo di comportamenti compulsivi tra gli utenti.

La strategia del rinforzo intermittente e la dipendenza inconsapevole

Le slot machine sono basate sulla strategia del rinforzo intermittente: il rafforzamento del comportamento, ovverosia lo stimolo per continuare a mantenerlo nel tempo, avviene in modo occasionale e non sempre si produce. Un giocatore compulsivo può giocare male un tot di partite, ma troverà sempre quella che lo ripaga delle precedenti e gli fa vincere del denaro. Non si tratta di un risarcimento totale, dal momento che sono le partite “sbagliate” quelle che più pesano sul portafogli e che creano la rete della dipendenza. Ed esiste poi un vero e proprio braccio di ferro che rende certe tipologie di giochi estremamente eccitanti, nella logica del “Perdo, ma se gioco ancora…”.


Molti giocatori, invece, sviluppano una dipendenza inconsapevole, e restano poco informati sulla dinamica della patologia stessa. Giocare in maniera compulsiva non significa esclusivamente svuotare le proprie tasche, ma sperimentare una voglia irresistibile di giocare, che può portare, in caso di insoddisfazioni, di vivere bene giorno dopo giorno. Questo è ciò che caratterizza e definisce una dipendenza tout court. Ma ciò non significa che tutti quelli che giocano a certi giochi sviluppino problematicità. “Come in ogni dipendenza, - spiega Filippo Romano nel suo blog -, nel soggetto concorrono una serie di fattori, psicologici, genetici, fisici. E via dicendo”. Una persona potenzialmente ludopata non può accedere a tutte le informazioni per sapere a cosa è esposto e a quanto sia pericoloso. E come si dice, è difficile da rilevare, si tratta di una patologia relativamente nuova per cui non esistono mezzi sufficienti per prevenirla e curarla. 



La ludopatia si può curare


Ma la ludopatia, invece, si può curare, ed è questo un fattore confortante. Si tratta di disturbi episodici che possono presentare ricadute, ma la cronicità non è una indicazione medica, per così dire. Quando un giocatore prende coscienza di ciò che gli accade e sceglie di sottoporsi ad un trattamento, nel 75% delle volte riscontra esiti positivi. La terapia efficace per il trattamento del gioco d’azzardo online è quella cognitivo-comportamentale. Si porta a riconoscere il paziente del suo problema, e questi si ripromette di impegnarsi per contrastare la dipendenza; viene fatto un excursus di tutte le tappe che lo hanno portato a sviluppare tale comportamento e gli vengono spiegati i meccanismi psicologici che stanno alla base della patologia. L’obiettivo è quello di ridurre sintomi ed impulsi legati al gioco e vengono impiegate tecniche di rilassamento e controllo degli impulsi, tecniche finalizzate a rimuovere situazioni che favoriscono la logica dell’abitudine. Il controllo degli impulsi va oltre e stabilisce che se il paziente aveva l’abitudine di giocare ogni volta che aveva terminato di cenare o mentre guardava la televisione, gli sarà spiegato che deve limitare questa abitudine, fino ad eliminarla del tutto, dedicandosi ad altro, ad esempio  fare una passeggiata, leggere un libro o chiamare qualche amico per stare in compagnia e chiacchierare.


Un’altra buona mossa è quella della firma di un contratto comportamentale con lo psicologo, stilato dal medico, un vero e proprio patto di fiducia tra i firmatari. Si può stabilire un tempo determinato di tempo durante il quale il paziente si impegna a non dedicarsi al gioco. Un’altra delle clausole presente nel contratto, può affermare che se in qualsiasi momento si sente un impulso irresistibile di giocare, si devono chiamare le persone indicate nel contratto e spiegare loro come ci si sente in quel momento. Questo metodo rappresenta la modalità di prendersi un impegno, non solo con se stessi, ma anche con lo psicologo e le terze persone che ci stanno a cuore.
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