Martina Franca. Storie di creazione di valore: l’Opera in Masseria

di TERESA GENTILE – Con il patrocinio di “Milano e la Puglia” lo scorso 2 agosto a Martina Franca si è svolto un motivante incontro culturale proposto dal 45° Festival della Valle d’Itria e dal Consorzio di tutela del prelibato vino primitivo di Manduria. In tale occasione il ‘patriae decus’ di Martina, prof. Francesco Lenoci, Docente Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano, ha tenuto una appassionata lectio magistralis sul tema: “Storie di Creazione di Valore: l’Opera in Masseria”. Tale incontro ha attratto molti giovani e tanta gente colta, sognatrice e creativa al Giardino del Melograno, una raffinatissima struttura turistica sita in contrada Spartacavalluzzo, alla presenza di Silvia Caramia, ideatrice dell’importante evento e delle sue due affascinanti figliole Barbara e Roberta.

Il relatore ha parlato dell’importanza imprenditoriale che sul nostro territorio potranno avere sempre più le manifestazioni musicali e canore, le masserie, la genuinità enogastronomica e l’originalità e ottima fattura delle creazioni di moda. Si è poi soffermato sulla circolarità dei nostri trulli che agevola il fluire dei pensieri e dei sogni ed ha parlato delle nostre possenti masserie che ancor oggi si stagliano all’orizzonte, in zone elevate, fra corti, stalle, depositi, magazzini ed edicole sacre.

Tali edifici furono centri di organizzazione sociale e laboratorio zootecnico avanzatissimo: erano la suprema risorsa occupazionale di un gran numero di addetti, con molto lavoro a infimo salario di massari e pastori. Infine si è soffermato sulle opere liriche sempre più originali proposte dal Festival della Valle d’Itria e che testimoniano come l’opera lirica non sia affatto “un mondo per vecchi” ma stia oggi meritando un notevole incremento di estimatori poiché consente il manifestarsi di molta creatività, di innumerevoli talenti e la scoperta di luoghi interessanti presenti sul territorio e poco conosciuti.

Vibravano di certezza le sue parole quando ha affermato che ogni Opera sia una celebrazione euforica di umanità, perché ci ricorda quanto è incredibile l’essere umano: un solo uomo, una sola donna riescono, attraverso il loro corpo e la loro voce, a superare la massa sonora di un’intera enorme orchestra, a sua volta composta da persone che hanno dedicato la loro vita a fare musica, mettendo al centro la bellezza.

E tutto questo, solo con la speranza di commuoverci con storie di amori e morti, necessità e desideri. La musica nelle nostre estati quindi valorizza il patrimonio dei trulli e masserie, rende magiche le nostre creazioni di moda, è gradito sottofondo per poter gustare i piatti più semplici e genuini della tradizione e si fa ascoltare volentieri nelle notti stellate con la luna che illumina il paesaggio, ci rende gioiosi e spensierati e ci fa ricordare, magari gustando un profumato bicchiere di Primitivo… che il nostro diritto fondamentale sia quello volto a sentirci felici. Anche noi ci siamo sentiti felici gustando con semplicità una ‘frisella’ coronata da pomodori appena colti e irrorata con olio locale e poi brindando in onore di tutti coloro che come Camilleri, Pizzigallo, Franco Punzi, Nico Blasi, il prof. Francesco Lenoci, il prof. Marinò, il prof. Semeraro, il prof. Marangi e tanti altri hanno saputo e sanno ancora sognare e condividere i propri sogni e credere strenuamente in essi, fino a realizzarli. Sono loro che hanno visto e vedono le cose in modo differente, cambiano le cose in meglio, spingono la razza “umana” in avanti e veramente dimostrano di saper cambiare in meglio il nostro modo di rapportarci con la bellezza e organizzare e progettare le coordinate della speranza custodendone il fuoco della forza della propria storia, del proprio gusto artistico e dei valori culturali ed etici che rende unico “un prodotto! che merita d’esser salvaguardato”. Abbiamo quattro vantaggi competitivi… che non ha nessun altro al mondo: Opera, Masseria, Enogastronomia e Moda. Occorre massimizzarli e investire su di loro.

Forti applausi hanno coronato il suo dire quando ha detto che la sfida, oggi, è considerare se vi siano oggi “homini felici” perché bevono “boni vini”, frequentano posti pieni di storia come le masserie, recuperano le genuine ricette collegate alla tradizione, ascoltano musica ispirata qual è l’opera ed apprezzano la moda raffinata.

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