Sfiducia e crisi di governo. Cosa accade ora?

di PIERPAOLO DE NATALE - Con un inaspettato quanto prevedibile colpo di scena, il vicepremier Salvini ha anticipato i tempi, disattendendo gli accordi del contratto di governo sottoscritto da Lega e M5S all'esito delle scorse elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il leader del Carroccio ha così presentato una mozione di sfiducia in Senato al capo dell'esecutivo, Giuseppe Conte, fugando ogni dubbio circa gli ormai chiari ed evidenti squilibri della precaria compagine giallo-verde, cedendo il passo alla crisi di governo.

L'azione del capo del Viminale - come rivelato dal premier Conte - è volta a "capitalizzare il consenso di cui il partito attualmente gode". Alla mozione di sfiducia presentata nella giornata di ieri seguirà la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che dovranno stabilire il giorno della votazione. Infatti, come sottolineato dallo stesso Presidente del Consiglio: "non spetta al ministro dell'Interno decidere i tempi di una crisi politica nella quale intervengono ben altri attori istituzionali".

La conferenza dei capigruppo è stata convocata dalla seconda carica dello Stato, Elisabetta Casellati, per lunedì 12 agosto. In questa data i gruppi parlamentari saranno chiamati ad esprimersi, a maggioranza, riguardo il giorno in cui convocare l'Assemblea e pare che - nonostante l'intenso pressing di Salvini che insiste per andare subito al voto - il voto avrà luogo il 19 agosto.

In caso di esito positivo, dunque a seguito della sfiducia nei confronti di Giuseppe Conte, questi dovrà salire al Colle per rimettere il proprio mandato, lasciando che il Presidente Mattarella avvii le consultazioni. Attualmente, l'ipotesi più papabile è quella di un mandato esplorativo, probabilmente affidato al presidente del Senato, volto a verificare le maggioranze parlamentari e ad individuare un esecutivo differente da quello Lega-M5S.
Successivamente, si procederà con lo scioglimento delle Camere, per mezzo di un decreto del Presidente della Repubblica, al quale seguirà un ulteriore decreto col quale il Presidente del Consiglio dovrà indire le elezioni (da fissarsi in un arco di tempo compreso fra i 45 ed i 70 giorni).

A seconda dei tempi della crisi di governo e delle consultazioni, la data del voto anticipato potrà orientativamente essere collocata in autunno; ad oggi, la data più plausibile pare essere quella del 27 ottobre.
Qualora le operazioni dovessero svolgersi senza ulteriori impedimenti, l'Italia potrebbe avere un nuovo governo già intorno alla metà di novembre. Medio tempore, il Governo Conte resterà in carica per gli affari correnti, anche se non mancano le prime critiche che - sollevate dall'opposizione - enfatizzano l'incompatibilità di Matteo Salvini, che sarebbe al tempo stesso candidato premier e ministro dell'Interno, dicastero deputato alla gestione delle operazioni di voto.
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