Gherardo Colombo a Bari "sul senso delle regole"

di LUIGI LAGUARAGNELLA - Il confine tra le regole scritte e non scritte, l'applicazione del diritto nelle diverse situazioni dell'attualità sono gli argomenti della tavola rotonda tenuta all'ex Palazzo delle Poste dal titolo "Sulle regole nella società attuale" alla quale ha partecipato Gherardo Colombo, l'ex magistrato che, ha scoperchiato inchieste come la P2, il delitto Ambrosoli e Mani Pulite. Abbandonata la magistratura, gira l'Italia e le scuole dello Stivale promuovendo la cultura della legalità e della Costituzione.

All'incontro promosso dall'associazione Apulia e dal Consiglio degli Studenti, è intervenuto anche Raffaele Guido Rodio e Alessandro Torre.

Gherardo Colombo ha suscitato spunti di riflessione, non solo alla platea degli studenti, ma ai cittadini. Partendo proprio dal dibattito sulle regole scritte o non scritte con queste ultime che incidono maggiormente sulla quotidianità dice: " Quante sono le regole che rispettiamo spontaneamente?".

Le regole non scritte entrano in conflitto con quelle scritte, ma a confliggere tra loro sono proprio le regole scritte che essendo troppe, delle volte non fanno legiferare. Manca la capacità di fare sintesi. Per Colombo, inoltre, "applicare il diritto ha portato ad avere visione non sempre in sintonia con il pensiero comune proprio sulla regola che è lo strumento per indicare la strada di un obiettivo".

La regola, infatti, serve a riempire gli spazi in cui i cittadini richiedono la fiducia per poter vivere insieme. La stessa Costituzione è opposta alla cultura millenaria che per l'ex magistrato si basava sul diritto che tutelava la discriminazione. Colombo poi ha portato a riflettere sul senso della sanzione e sulla sua effettiva utilità.Per questo è fondamentale il ruolo educativo, promuovere il senso profondo della giustizia, a partire forse proprio dal diritto muto, quell'insieme di regole che rispettiamo indipendentemente dalle regole scritte.
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