Alberto Fortis celebra 40 anni di carriera... con tanti sogni ancora da realizzare: ''Vorrei portare in Italia il musical scritto da me''


MILANO - L'appuntamento è in un noto bar milanese. Ci accomodiamo all'esterno (nonostante il freddo, ndr) e Alberto Fortis apre la nostra chiacchierata con la voglia di raccontare di questo cofanetto così speciale e importante per lui. 40 anni di carriera, di successi e di montagne percorse, non tutte in salita.

“FORTIS – 1° officiALive”, (doppio cd e dvd con un booklet di 64 pagine con oltre 200 foto), è il primo live ufficiale nella discografia del cantautore di Domodossola registrato il 9 giugno al Castello Sforzesco di Milano; un viaggio musicale ripercorso in compagnia di amici musicisti, che con lui hanno condiviso momenti fondamentali della carriera, e che vede ospiti come Rossana Casale e Francesco Baccini, con i quali ha dato vita a duetti indimenticabili.  Un artista apprezzato anche agli occhi di artisti celebri del panorama internazionale che hanno voluto collaborare con lui, come George Martin (produttore dei Beatles), la London Philarmonic Orchestra, PFM (Premiata Forneria Marconi), Claudio Fabi, Lucio Fabbri, Gerry Beckley (degli America), Carlos Alomar (produttore di David Bowie), Bill Conti e l'indimenticabile Guido Elmi e l’Orchestra Sinfonica Arturo Toscanini.


L'uscita di questo cofanetto è un momento importante per la sua carriera...
Siamo arrivati a questo progetto molto nutrito a 360 gradi. E' il primo official live, un riassunto tra suoni e immagini, uno scrigno che racchiude tutto il mio percorso musicale in questi 40 anni di carriera. Il live al Castello Sforzesco di Milano è stato particolarmente riuscito, oserei dire un live onesto, senza aggiunte. Siamo riusciti a raggiungere un risultato bellissimo e devo dirti che mi ha sorpreso il momento dell'esecuzione della band, di tutte le ballad come Fragole infinite, L'amicizia,( i miei grandi successi, ndr). Sono le versioni live più belle fatte in più di duemila concerti.

In questi 40 anni ci sono stati momenti difficili? 
In una carriera così lunga come la mia è normale che ci sono state le montagne russe. C'è stato anche un mio periodo di assenza dall'Italia perchè ho vissuto negli Stati Uniti ed ho avviato delle nuove collaborazioni che sono pietre miliari nel mio percorso artistico. Dall'album registrato agli Abbey Road Studio con la consulenza di George Martin (celebre produttore dei Beatles), poi musicisti d'eccellenza come Abraham Laboriel al basso (storico bassista di Stevie Wonder), con cui feci ben cinque album, Alex Acuña, Dean Parks, John Phillips, poi a New York col produttore e la band di David Bowie.

Queste vicinanze sono stati dei grandi insegnamenti. Anche nei momenti di difficoltà, avevo sempre voglia di ricerca. Fortunatamente devo dire che due cose mi hanno sempre sostenuto, ovvero una scomoda coerenza, perchè magari era più comodo replicare delle formule che mi avevano portato nei primi posti in classifica, io invece ho preferito seguire l'ispirazione e poi il fatto di aver sempre avuto una produzione artistica costante. Nel frattempo avevo scritto anche un musical.


Andrà in scena? 
Mi auguro di sì.  Si chiama Next to normal e adesso è in supervisione di un amico a New York. All'inizio non lo voleva nessuno, poi vinse due Tony Awards in America. E' il sogno del cassetto ancora non realizzato.

E' cambiato il suo modo di scrittura? 
A me piace molto lo stimolo soprattutto nell'aspetto arrangiativo. Il mio primo strumento fu la batteria, che suono tutt'ora, quindi l'aspetto ritmico rimane un'ammirazione. Sono molto affascinato dalle nuove produzioni, tipo Post Malone, che riescono a coniugare una radice storica con l'attualità. La cosa che più mi conforta della musica è la coerenza, non essersi mai svenduti, aver combattuto lotte non indifferenti con la propria visione artistica e credo che oggi, per qualsiasi artista, sia molto importante avere un'identità.

Cosa pensa della nuova generazione musicale?
Da sempre la storia della musica passa dai generi che regnano sovrani e che occupano i primi posti in classifica. Non mi piace il pescare nella volgarità fine a se stessa, anche per chi lo ascolta. Ghali, Shade, sono artisti interessanti. Devo dire anche in giro c'è la voglia di rinnovamento, ed è bello. Speriamo che la musica nutra un segnale più sociale oltre che allo sfogo perchè non porta a niente.

Guarda la tv?
Guardo le cose che mi piacciono, dai notiziari (per dovere di informazione, ndr), alle serie televisive che mi hanno affascinato come Il Trono di Spade. Mi capita di guardare i talent come X Factor perchè mi incuriosisce, anche per l'amicizia che mi lega a Mara Maionchi che è stata la leva dei miei inizi.

Farebbe il giudice in un talent? 
Ricordo la mia partecipazione a Music Farm dove c'era il grande maestro Franco Califano e per decidere se partecipare o meno, non ci ho dormito un mese.

Perchè?
Era un format che non apparteneva al mio percorso artistico però, seguendo i consigli delle persone che lavorano con me, alla fine ho accettato. Fu un percorso positivo ma quella formula non la rifarei assolutamente.Come giudice in un talent show ti direi di sì ma lo farei solo se le regole del format mi permettono di essere me stesso.
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