6 gennaio 1980: Cosa Nostra uccide Piersanti Mattarella

di NICOLA ZUCCARO - Quel 6 gennaio 1980 era una domenica. In via Libertà, a Palermo, la famiglia Mattarella si stava preparando per andare alla Messa dell'Epifania. Davanti al civico 147, sotto gli occhi di moglie, suocera e figli, a bordo della sua 132, Piersanti, in quel momento senza scorta, viene freddato da sicari. Inizialmente fu considerato un attentato terroristico, poichè subito dopo il delitto arrivarono delle rivendicazioni da parte di un sedicente gruppo neofascista.

Ma le indagini che procedettero con lentezza e difficoltà, rilevarono attraverso opportuni collegamenti con la precedente uccisione di Michele Reina (Segretario Provinciale della DC), la matrice mafiosa. Essa fu successivamente e ulteriormente confermata dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, Tommaso Buscetta e Gaspare Mutolo. A ordinare l'uccisione dell'allora Presidente della Regione Sicilia fu Cosa Nostra, perchè Piersanti Mattarella voleva portare avanti un'opera di modernizzazione dell'amministrazione regionale, scomoda per alcuni esponenti della Democrazia Cristiana siciliana.

IL RICORDO NELLE COMMEMORAZIONI. Il quarantesimo anniversario dell'uccisione di Piersanti Mattarella sarà ricordato con una seduta solenne dell'Assemblea regionale siciliana che si terrà al Palazzo Reale di Palermo alle 11.30 di lunedì 6 gennaio 2020 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello della vittima. La Rai dedicherà ampio spazio nei suoi palinsesti di lunedì 6 gennaio 2020 al ricordo di questo agguato mafioso. L'intero programma è consultabile su www.rai.it
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