Le Sardine di Puglia tornano in piazza a Galatone

BARI - Ripartiamo dal sud, dalla Puglia, da Galatone, domenica 26 gennaio, perché il sud è sempre stato porta d’accesso per donne e uomini che avevano bisogno di fuggire da “altri mondi”. Lo facciamo nel Giorno della Memoria, per riappropriarci del senso vero di essere cittadini e naviganti di un mare che ha forgiato la nostra identità sull’accoglienza e sulla solidarietà.

Il secolo scorso ci ha insegnato come la distinzione di una razza ariana da altre ha reso complice l’Italia dello sterminio di 7500 italiani ebrei. Da questa pagina nera della storia è nata l’identità europea: una comunità fondata sul riconoscimento della dignità umana di ciascun individuo.
L’orgoglio italiano è quello di essere parte di una comunità che a un certo punto ha riconosciuto l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e l’Europa come un posto in cui essere garantiti.

Le destre xenofobe e razziste vogliono riportarci sulle orme di una pagina oscura della storia dell’Europa. Noi siamo convinti - come ha detto Don Tonino - che “per essere costruttori di pace bisogna essere costruttori di ponti” e non soffiare sul fuoco dell’odio.

Al fanatismo populista dei porti chiusi allora noi rispondiamo con la triste realtà dei tanti italiani che emigrano. Lo dicono i dati, più che di invasione dovremmo parlare di fuga, ma di questi non si fanno slogan. Perché dare la colpa a qualcun altro serve a spostare l’attenzione. Se dal 2015 al 2018, infatti, i residenti stranieri in Italia sono aumentati complessivamente di 240 mila, sono 446 mila gli italiani che hanno trasferito la propria residenza all'estero. Tutto questo mentre la crisi demografica italiana si accentua: i morti prevalgono sulle nascite con 374 mila nati contro 625 mila decessi solo nel 2018.

Da Sud, in particolare, si parte più che in tutto il resto d’Italia. Sono oltre 52mila solo i giovani pugliesi, su una popolazione studentesca di poco inferiore alle 130mila unità, che sono andati a studiare altrove nel 2017/2018, più di 4 su 10.

Eppure, di questo non si è discusso in questi mesi. Come non si è discusso degli effetti del Decreto Sicurezza sugli italiani. Perché con questo decreto non soltanto si favorisce la clandestinità, si mina il futuro della cooperazione internazionale e dell’integrazione sociale, si aggrava la situazione degli Enti locali - che sono di fatto costretti a farsi carico di persone inespellibili e bisognose di cure o di supporto sociale che non potranno più beneficiare della positiva sussidiarietà circolare attraverso cui lo SPRAR, per mezzo degli enti di terzo settore, s’integrava ai servizi territoriali già esistenti – ma si lasciano a casa centinaia di persone.

Per effetto dei decreti Salvini, si stima che siano già circa 4000 i giovani professionisti italiani (psicologi, assistenti sociali, avvocati e altre figure professionali) che hanno perso l'occupazione nel terzo settore e 40.000 le persone che hanno perso lo stato di regolarità per la permanenza sul territorio nazionale. Ai provvedimenti legislativi si aggiungono le prassi dei Comuni e delle questure che impediscono l’accesso alla permanenza regolare, con l'effetto di cacciare migliaia di uomini, donne con minori e interi nuclei familiari, in una condizione di marginalità da cui non potranno mai più riemergere.

Intanto agli onori delle cronache sono balzati gli annunci populisti, battaglie fanatiche e fantasiose, come l’ultima sulla nutella. Perché la verità è che in questi anni dalle destre nessuna battaglia sui diritti umani è stata operata piuttosto una crociata sovranista, la stessa che esalta le arance, l’olio e i pomodori del Sud Italia mentre si oppone alla legge sul caporalato.

Oggi sono le sardine a minare l’identità italiana, ieri l’Unione europea, che ce l’ha con il cibo italiano, l’altro ieri la Ferrero, che penalizza gli agricoltori italiani, domani chissà.

L’Italia non deve abboccare. Le sardine non abboccheranno. Non in Italia, non a Sud, non in Puglia. Perché le donne e gli uomini del Sud hanno memoria, perché il nostro Mediterraneo è sempre stato un’arca di pace accogliente e i nostri nonni e bisnonni braccianti. Perché i nostri figli meritano dignità, meritano un sud uguale al nord e un Paese che non prova vergogna per ciò che è diventato ma ha il coraggio di cambiare le cose ripartendo dai valori di una Costituzione che non passerà mai di moda.

Dalla Puglia, da Galatone, ripartiamo, allora, per riflettere insieme sul futuro del Sud che vogliamo diventare. Senza slogan, senza promesse, con la voglia di tenerci e riconoscerci, in mezzo al nostro grande mare, che poi è la nostra casa.

Cominciamo alle 19, in Piazza Santissimo Crocifisso. Aprirà la manifestazione l’attore Marco Antonio Romano ed interverranno: la coordinatrice nazionale delle Sardine, Jasmine Cristallo, Enzo Pilò, presidente dell’associazione Babele e rappresentante del Comitato Enti Gestori Siproimi Puglia, Giorgia Salicandro, giornalista e autrice del libro “Torno quando voglio. Storie di salentini all’estero”, Eleonora Tricarico, Treno della Memoria e le sardine di tutti i capoluoghi pugliesi.

Seguirà, alle 21, il concerto di alcuni tra i principali artisti pugliesi che negli anni si sono resi portatori, attraverso la propria arte, dei messaggi di rispetto, accoglienza, pace, solidarietà.

Si esibiranno: Officina Zoè, Enza Pagliara e Dario Muci, Nando Popu, Ninfa Giannuzzi e Valerio Daniele, Rachele Andrioli e Rocco Nigro, Respiro, Antonio Castrignanò, Cristiana Verardo. Chiuderà la serata il djset di Dubin feat Miss Mykela

A fare da cornice la mostra “Matite per Riace”, una selezione di 35 illustrazioni tra le oltre 500 opere provenienti da ogni angolo d’Italia e da Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e Iraq, firmati da illustratori e fumettisti che hanno risposto alla call lanciata dalla Caracol Art Gallery, galleria d’illustrazione torinese, dopo l’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano. In pochissimi giorni disegnatori, professionisti e non, di tutto il mondo hanno dato il proprio sostegno mettendo a disposizione i loro disegni. Le opere, che compongono la mostra, sono state e sono tuttora in vendita. Il ricavato andrà alla raccolta fondi lanciata dalla Re.Co.Sol - Rete dei Comuni Solidali #IostoconRiace. L’obiettivo è sostenere progetti umanitari nella comunità di Riace. A oggi, ancora, infatti, non si sa quale sarà il loro futuro.

Il “Modello Riace” è la dimostrazione che è possibile creare modelli di integrazione e convivenza basati sull’umana solidarietà, stravolgendo l’ordine di “valori” che ultimamente vengono proposti e attuati e ai quali Mimmo Lucano ha disobbedito civilmente.

La storia d’altronde insegna che ci sono dei momenti in cui la disobbedienza civile è l’unico strumento per perpetuare la giustizia sociale. Sta nascendo un’epoca buia e autoritaria che rischia di passare inosservata tra un tweet e l’altro. È ora di scegliere da che parte della storia stare. Le sardine ci stanno provando.

Vi aspettiamo a Galatone, facciamo in modo che l’onda pugliese si faccia sentire, forte e chiara. Nelle pagine di oggi scriveremo cosa ne sarà di noi in futuro.

Galatone è l'ultima tappa di una tre giorni tutta pugliese. Si parte: il 24 gennaio, a Manduria, in piazza Mercantile, a partire dalle 18.30, attori, scrittori, poeti, musicisti, giornalisti daranno il loro contributo e testimoni di queste storie racconteranno pubblicamente cosa accade quando si smette di odiare, di seguire la mente e non la pancia, e quando tutto ciò incontra la buona politica. Il 25 gennaio, invece, alle 17.00, nel Salone degli Specchi del Comune di Taranto, sarà invece Silvia Godelli, ex assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, a raccontare la sua esperienza di ex esule, ma anche di donna e docente universitaria impegnata a restituire al Sud il ruolo che gli spetta nel quadro sociale, culturale ed economico dell’Italia e dell’europea mediterranea. In quell’occasione nel quarto anniversario dalla scomparsa di Giulio Regeni si rinnoverà l’appello per la verità e la giustizia sulla morte del ricercatore italiano. Così in una nota le Sardine pugliesi.
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