Coronavirus e dialetto barese

di VITTORIO POLITO - La terribile pandemia che sta colpendo ogni parte del mondo continua la sua corsa verso picchi sempre più alti. Parliamo, ovviamente, del “coronavirus”, che secondo i dati della Protezione Civile alle ore 18 di ieri, 19 marzo, nell’ambito del monitoraggio sanitario sul territorio nazionale i casi ammontano a 41035, al momento sono 33190 le persone che risultano positive al virus, le persone guarite sono 4440, i pazienti ricoverati con sintomi sono 15757, in terapia intensiva 2498, mentre 14935 si trovano in isolamento domiciliare. I deceduti sono 3405, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso. Peggio di un bollettino di guerra. L’Italia si classifica, purtroppo, al secondo posto per numero di decessi dopo la Cina.

Nel mondo il numero dei casi confermati ammontano a 222.642, i decessi 9.115, mentre le persone guarite risultano essere 84.506. Ovviamente queste cifre sono ballerine e variano, sempre in aumento, di ora in ora.

In tutto questo bailamme l’Europa è stata a guardare e grazie alla Cina, interessata o meno, abbiamo avuto un aiuto concreto di personale sanitario e di materiale utile a far rimanere “a galla” la barca Italia. Anzi, in certi casi alcuni Paesi dell’Europa, hanno pure ostacolato l’invio di materiale sanitario. Bella solidarietà! E per completare l’opera Christine Lagarde, presidente della BCE, ha fatto un disastro, con le sue inopportune dichiarazioni dando un brutto colpo alle Borse e facendo salire lo spread. Insomma molti hanno dato una mano ad affossare l’Italia in un momento in cui serviva solidarietà e aiuto.

A completare lo sfacelo stanno contribuendo gli imbecilli di turno che invece di starsene a casa, secondo i consigli del Governo e degli esperti sanitari, se ne vanno in giro diffondendo ancora di più il morbo che sta impestando il mondo. E, al momento, sono oltre 43000 le persone denunciate, al punto di richiedere l’intervento dell’esercito per il controllo del territorio.

Una buona notizia arriva dalla Cina, dove non si registrano nuovi casi interni, mentre nel resto del mondo si allunga l’elenco dei governi che prendono misure drastiche per cercare di arginare il diffondersi del virus.

Atteniamoci quindi scrupolosamente ai suggerimenti e alle direttive, restiamo a casa, evitiamo di frequentare luoghi chiusi e affollati, ecc., e forse, così facendo, salveremo noi e gli altri da un virus che pare non avere molta intenzione di perdonare!

Al poeta Luigi Canonico non è sfuggita l’opportunità di esternare la triste cronaca in dialetto barese con una poesia che mi piace sottoporre all’attenzione dei lettori, se utile a sottolineare la cronaca di questo triste momento per l’Italia e per il mondo intero. Restate a casa.

U CRONAVIRE

di Luigi Canonico

M-mènz’a la strate pare na mortòrie:
nu cambesande iè u paiìse nèste
na desolazziòne ca a la memòrie
porte u cobbrifùche, porte la pèste.

Nzerrate la famigghie iìnd’a la case,
le fèmne cchiù non vonne a cialleddà,
ci a-passe- svèlde-svèlde o iazze trase,
e ll’omne che nessciune a chiacchiarà.

Iì nge agghi’addemannate o cerveddòne:
m’ha ditte ca u nemiche da lendàne
av’arrevate e trase ind’o pelmone
e ccudde nge settèrre a cchiane a cchiane.

Addò sta u rrè, addò sta u presedènte,
ci le terrìse tène e non z’abbotte,
ci è ca tène ardire e iè potènde?
Nnande o Cronavire se cache sotte.

Uètte migliarde quase de crestiane,
stu Cronavìre, c’addò sta nom bare,
redusce cacazzuse iìnde a le tane   
e oggn’e ddì ne morene a megghiàre.

Quand’arie ca ve date, e ve vandàte:
“tenime l’ariopiàne e la tivì
u cellulare, u cineme e l’autostràte,
l’atòmche, l’atomòbble e u piccì...” 

Non zèrve a nnudde la potèndarì,
u tiddue, u frise e ttanda probbietà
c’avaste u Cronavìre, nu cicì,
pe ffange paveruse addevendà.

E ppò, ambarate non avite angore
ca sope a nnu, ce pure non u vite
asiste Ci ve dà ogn’e ddì la vite,
e tutte a Iìdde cunde avim’a dà.
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