La paralisi della giustizia induce la protesta degli avvocati baresi


VINCENZO NICOLA CASULLI - Tra le categorie di lavoratori colpite dalla crisi scatenata dalla pandemia c'è sicuramente quella degli avvocati. Infatti, la situazione emergenziale che attanaglia il nostro Paese (come il resto del Mondo) da mesi ha determinato la paralisi della giustizia, con ripercussioni sia per i cittadini, rimasti sostanzialmente sprovvisti di tutela, che per gli operatori del diritto, impossibilitati a svolgere la loro professione in condizioni di normalità. Per questa ragione, una rappresentanza di avvocati baresi ha protestato dinanzi al Palazzo di Giustizia (sede di Piazza Enrico De Nicola), consegnando simbolicamente i propri tesserini professionali.

Questa protesta fa seguito ad un'altra tenutasi la scorsa settimana, quando alcuni avvocati consegnarono le chiavi dei loro studi professionali e anticipa quella che si terrà venerdì prossimo quando, annunciano, "consegneremo i codici". Chiedono "al Governo nazionale e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede un unico provvedimento uguale per tutti". La macchina giudiziaria deve essere riattivata immediatamente, disponendo il rientro alla piena attività dei cancellieri e del personale amministrativo.

"La giustizia – dicono – non può essere rimandata sine die. Stiamo avendo rinvii fino al 2023, è inaccettabile. Oggi gli invisibili sono i cittadini che non vedono tutelati i propri diritti nei tribunali". Sul tema si è espresso anche l’avvocato Salvatore Campanelli, consigliere del Comune di Bari per i Democratici - Ecologisti e Progressisti, che ha asserito: "Consegnare simbolicamente i tesserini professionali è stato un ennesimo atto di esasperazione da parte di noi avvocati, la paralisi in cui versa la giustizia barese è inaccettabile. Venerdì prossimo verranno consegnati i codici, che altro dovremo fare per essere ascoltati da qualcuno?

Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, non può restare ancora sordo alle nostre istanze, occorre riattivare la macchina giudiziaria, nella tutela e nel pieno diritto dei nostri assistiti. Non è possibile che questa paralisi stia facendo rinviare le udienze fino al 2023. Ma siamo impazziti? Chiedo formalmente, in qualità di avvocato e anche di consigliere del Comune di Bari, che il sindaco Antonio Decaro e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, possano farsi portavoce delle nostre richieste al ministro Bonafede e che vengano rivisti, una volta per tutti, i progetti dell’edilizia giudiziaria di Bari rimasti nel cassetto. Abbiamo diritto ad avere tutti, difensori e assistiti, – conclude l’avvocato barese - un luogo degno di rappresentare la giustizia e non soluzioni temporanee assolutamente inadatte sotto tutti i punti di vista".

Nuova Vecchia

Modulo di contatto